Arte: coscienza integrata!
Il linguaggio dell'arte è di natura olistica: è uno strumento di comprensione del tutto!
Le reazioni dinanzi un'espressione linguistica dell'arte, dipendono dalla modalità in cui ci si propone, e si avvicina chi veicola il linguaggio artistico.
Mi preme marcare l'attenzione sul fatto, che in quanto sapiens siamo osservatori e mediatori del linguaggio dell'arte.
Non ho mai pensato che esista una divisione tra l'artista che produce il linguaggio che mette in circolo, e l'osservatore: pensarlo è un inganno della mente.
Chi produce e veicola il linguaggio dell'arte, è un osservatore come tanti, con la possibilità di poterlo veicolare: l'osservatore oggi sarà il produttore domani e viceversa.
Se non si comprende, che il linguaggio connette nella stessa modalità, e in maniera equidistante artista e osservatore, non s'arriverà a comprendere mai i linguaggi dell'arte per ciò sono: coscienza integrata connettiva, che unifica la specie.
Comprendi l'arte quando comprendi te e le dinamiche d'interazione tra te e l'altro:
pensare ai linguaggi dell'arte come la nostra coscienza mediale integrata, ci consente d'approcciare la vita assecondando la nostra natura creativa, mobile e integrata in ogni istante.
L'artista che si muove in un ambito d'insieme linguistico connettivo, non ha bisogno di proseliti, sa che neanche il suo linguaggio gli appartiene: si muove in un territorio di coscienza culturale diffusa, liberamente e autonomamente.
L'artista non dovrebbe mai tendere a mostrare la sua identità come feticcio, perché imporre agli altri di nutrirsi di lui e cannibalizzarlo?
Un docente o un Maestro d'arte, non dovrebbe mai tendere a volersi fare divorare da uno studente per vederlo diventare un altro lui.
Il tempo dell'arte è uguale per ciascuno di noi, basta viverla mettendola in circolo, è coscienza diffusa, neanche smartphone e social network, riusciranno a distruggere quello che come sapiens, naturalmente continuiamo a mettere in circolo:
l'arte come coscienza integrata, è l'unica soluzione, per non rendere la nostra evoluzione tecnologica inutile.