Non amo gli artisti che non sanno esistere senza l'approvazione dell'altro: adattano la loro sensibilità agli altri in cerca del consenso!
Quando non ottengono l'approvazione diventano adulatori verso chi è in condizione di legittimarli e imporli al pubblico, nel nome di questo sono trasformisti, mostrano all'altro quello che vogliono, alimentano condivisioni e mi piace per poi arrogarsi il diritto di pretendere d'insegnare ad artisti come me, come mi starebbe al mondo: paiono mia madre!
Sono artisti non solo pronti a vendersi (quello lo facciamo tutti), ma pronti a vendere gli altri insieme a loro nel nome di un privilegio (chiaramente per loro): dipendono dall'approvazione degli altri, ma paiono poi lamentarsi della loro gabbia, della protezione che hanno intorno, dove sono entrati diventando un investimento per chi li ha acquistati.
Attratti dal potere, si catapultano magneticamente incontro alle persone importanti, riconoscono subito i potenziali vincitori, a loro offrono progetti, programmi e identità creativa, che non esisterebbe senza la volontà e l'economia altrui: si trasformano per diventare il desiderio degli altri, sono il prototipo del desiderio altrui.