L'Artista non è mai per tutti!
Mi sono sempre sentito artisticamente antico, uno di quelli che considera vera la realtà soltanto nella misura in cui è sacrale.
Per realtà sacra, intendo la realtà, che sa trascendere e relazionarsi a Dei e antenati, che prima del mio confronto, con uno spazio linguistico e di ricerca misurato da loro, si sono mossi nello spazio mitico, alchemico, esoterico e magico dei linguaggi dell'arte.
Nello spazio linguistico dell'arte, mutano strumenti e qualche simbolismo, ma quello che si ripete è sempre l'informazione originaria: il fare arte è in questo spazio rituale, cerimonia religiosa e sacrificio di una vita d'artista.
Nella realtà sacrale linguistica dell'arte, lo spazio tempo è oltre l'umano, la ripetizione dell'azione artistica agisce sulla realtà mutandone la rappresentazione.
La mia mente artistica è primitiva, l'immagine mantiene un collegamento stretto con l'oggetto che si rappresenta.
L'arte è divinazione, tentativo di riagganciarsi agli Dei per operare atti magici, non è mai stata per tutti:
L'apprendistato dell'arte è lungo e difficile, iniziatico ed esoterico, l'informazione dell'essenza del nostro mistero, non è trasmettibile a chiunque.