La scrittura nemica delle arti visive!
Dagli albori della scrittura, l'élite di governo, usarono registrare sogni per scopi politici e religiosi: i sogni servivano per fare comunicare i Dei con i Re.
L'imperatore Augusto, promulgò a Roma una legge, secondo la quale chiunque facesse sogni premonitori, fosse tenuto a condividerli nella pubblica piazza.
Poi cosa è successo?
Che la globalizzazione della scrittura ha eroso la sacralità del sogno e della sua magia tradotta in linguaggio dell'arte.
La scrittura ha stroncato e sostituito il culto degli Dei e degli antenati, ha segnato l'inizio del tramonto dei sogni, ha allontanato la voce degli Dei che si condivideva con trance, allucinazioni, statue, preghiere , digiuni, assunzioni di sostanze..., la parola e il linguaggio dell'arte messe per iscritto su pietra e sparse in tutto l'impero, in un attimo resero le arti maggiori obsolete.