Siamo un selfie artistico da più di 40000 anni!
Pare che la percezione visiva, non sia solo una questione d'occhio, ma anche di cervello:
i neuroni sarebbero in condizione di riconoscere autonomamente rosso, blu e verde all'interno della corteccia cerebrale.
Il colore percettivamente possiamo leggerlo come linguaggio simbolico, non solo come fatto fisico: il colore è solo linguaggio simbolico.
Chiaro che sia l'occhio a inviare le informazioni, ma il contenuto verrebbe mostrato dai neuroni, questo ci può fare pensare alla percezione cromatica come fatto simbolico prima che fisico.
I colori sarebbero letti come simboli e archetipi generati dalla simbolizzazione linguistica dell'arte, la loro percezione sarebbe frutto di. un linguaggio che sa sempre accompagna la nostra presunta evoluzione artistica.
Potremmo arrivare a dire che spazi di formazione e studio, come Licei Artistici e Accademie, servirebbero soltanto a comprendere, descrivere e avere i prerequisiti d'accesso a una storia evolutiva e connettiva fuori dal tempo, avente come matrice un linguaggio visivo e geometrico, che c'accompagna da quando siamo comparsi su questo pianeta.
Pensateci, il vero sistema linguistico dell'arte sarebbe un Universo, insito biologicamente nella nostra specie, avente nulla a che fare con i vari trend di mercato della storia dell'arte.
Il linguaggio visivo sarebbe sono una riflesso individuale, collettivo e connettivo, di me, di quella parte che comprendo e che quando non comprendo, rifiuta quello che non voglio capire di me.
Il linguaggio dell'arte sono io, siamo noi, sei tu, siete voi..., l'abbiamo determinato più di 40000 anni con un selfie riflesso nel linguaggio dell'altro in modalità non localizzata, la sua scansione temporale un'illusione, presumibilmente quella che chiamiamo anima sarebbe soltanto linguaggio dell'arte!