L’acqua, archè ovvero “principio di tutte le cose” secondo Talete di Mileto e bene comune destinato, a causa del cambiamento climatico perpetrato dalle èlite capitaliste, a divenire sempre più raro e a creare ulteriori disparità economiche e sociali sulla Terra, definita da Heidegger la nostra “casa comune”. E’ il tema dell’acqua, precisamente dello “spartiacque”, termine inteso nell’accezione metaforica di condivisione e redistribuzione delle risorse idriche, il fil-rouge della III edizione di Nucrè, la rassegna di arte contemporanea che inaugura sabato 3 agosto a Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi. Il progetto, ideato nel 2022 da Rita Urso e Arechi Invernizzi dell’Artopia Gallery - Milano, finalizzato a creare una connessione tra arte contemporanea e territorio pugliese, si snoda quest’anno in due mostre allestite in altrettanti contesti differenti: “SpartiAcque. Storie intorno al pozzo”, a cura di Antonella Marino, al Castello Ducale, e “SpartiAcque. (Di)stanze vicine”, a cura di Marilena Di Tursi, al Trullo Rubina (il nome del trullo è dedicato alla madre di Rita Urso, Rubina Ciracì). La ricerca antropologica s’intreccia - attraverso l’arte contemporanea - alla riflessione sul presente dell’emergenza climatica che non può più essere ignorata. Già dal nome della rassegna, “Nucrè”, composto dai termini dialettali “nu” e “crè”, che alludono ad “un domani” carico di speranza e promesse, si evince il legame del progetto espositivo con le radici culturali pugliesi e con la storia dei luoghi e delle architetture che rimandano alla civiltà contadina. Il pozzo, per esempio - presente al Castello Ducale di Ceglie Messapica – assumeva, in tempi remoti, la funzione di raccolta delle acque piovane, ma era anche - come sottolinea Antonella Marino - un luogo simbolico, sacro, magico, legato al mito e al culto delle divinità ctonie. Per Nucrè sono state oggetto di indagine anche le acque sotterranee e le neviere, ipogei sotterranei scavati per conservare l’acqua durante la siccità estiva, che hanno ispirato Giuditta Vendrame, artista in residenza a Ceglie Messapica e creatrice della serie di disegni “Neviere”.
Gli altri protagonisti di “SpartiAcque. Storie intorno al pozzo”, allestita tra la Sala dei Sindaci e le Scuderie del Castello Ducale, sono artisti italiani e stranieri che si confrontano sulla questione dell’emergenza climatica attraverso linguaggi differenti. Nell’ottica di un “attivismo creativo” Andreco analizza, nell’opera tratta dalla serie “Rain Drops” del suo Climate Art Project, le dinamiche del movimento della goccia di pioggia. La poetica di Claire Chalet, invece, contrassegnata dalla “fluidità del segno”, esplora, attraverso acquerelli su carta, l’interconnessione tra il microcosmo delle creature viventi e il macrocosmo del Pianeta. La dicotomia tra natura e artificio permea la riflessione di Alexander Gutke, che presenta installazioni di pozzanghere specchianti composte da lamiere d’acciaio color Big Sky Blue, particolare tonalità di azzurro utilizzata spesso dall’industria automobilistica. Tra mitologia e natura si muove Eva L’Hoest, che esplora – con un’opera video - paesaggi lèttoni, in una sintesi visiva tra orizzonti marini, panorami rurali e i resti delle isole sommerse dopo la creazione della diga sul fiume Daugava. La spartizione delle acque e delle terre artiche con le relative controversie tra le nazioni, oltre agli effetti del global warming, costituiscono invece il fulcro della ricerca di Maia Marinelli, resa attraverso opere fotografiche e video nell’ambito del progetto “Occupy North”, che racconta azioni realizzate nel 2015 al Circolo Polare Artico. I Masbedo esplorano, poi, la relazione uomo-donna con un video realizzato nel 2008 su un ghiacciaio dell’Islanda, spartiacque tra le placche nordamericana ed eurasiatica, mentre la questione ambientale e, in particolare il tema del riciclo dell’acqua attraversano, la poetica di Lucy + Jorge Orta. Il duo propone un’installazione tra l’ironico e il tragico, costituita da un variopinto kit di sopravvivenza, simile ad un amuleto indiano. L’opera, ideata dopo una spedizione in Antartide, è compresa nella serie “Life Line”. Alessandro Vizzini, infine, indaga le metamorfosi della materia e la relazione tra umanità ed ecosistema attraverso i paesaggi marini di sculture minimali realizzate con materiali utilizzati nel campo del design.
Nella mostra “SpartiAcque. (Di)stanze vicine” nel Trullo Rubina, infine, quattro artiste contemporanee interpretano il tema dello spartiacque legato all’emergenza climatica dialogando idealmente con altrettanti artisti storici del Novecento: Elena Mazzi con Fausto Melotti, Rachele Maistrello con Giulio Turcato, Julie Béna con Aligi Sassu, Marzena Nowak con Agostino Bonalumi.
“SpartiAcque. Storie intorno al pozzo”, Castello Ducale di Ceglie Messapica (Br), via Chiesa, 11. Inaugurazione: sabato 3 agosto 2024, dalle 19 alle 21. Visitabile fino al 31 agosto. Orari: Dal lunedì alla domenica, ore 9-13 e 17.30-21.30. “SpartiAcque. (Di)stanze vicine”, Trullo Rubina, Contrada Menzella, Ceglie Messapica (Br). Inaugurazione: sabato 3 agosto 2024, dalle 21 alle 23. Visitabile fino al 23 agosto 2024. Orari: dal lunedì al venerdì, ore 18-20. Appuntamento su prenotazione al numero 348.3237994. Entrambe le mostre sono a ingresso libero.