CORPI FUORI CONTESTO
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CORPI FUORI CONTESTO
Comunicato
La mostra Corpi fuori contesto si snoda attraverso quattordici opere aventi a soggetto diverse parti anatomiche, estrapolate dal contesto del corpo umano e ricollocate dall’artista su supporti decisamente anticonvenzionali. Tiziana Contu ha infatti riciclato bustine di tè e infusi, che, dopo l’utilizzo, sono state essiccate, stirate e infine cucite a mano tra loro. Il risultato sono delle “tele” dall’aspetto povero, irregolare e frammentario, che subito richiamano alla mente l’illustre precedente delle suture dei sacchi in iuta di Burri. La quotidianità e semplicità del supporto – nonché della tecnica del ricamo a mano, usata dall’artista per realizzare i suoi disegni – crea un bilanciato contrasto con il riferimento alla tradizione alta della storia dell’arte, dato dal modello degli studi anatomici di Leonardo da Vinci.
Così Contu traduce lo sfumato del disegno leonardesco nel linearismo di ago e filo, le descrizioni scritte che Leonardo era solito associare ai suoi disegni in titoli poetici, anch’essi ricamati sulle bustine di tè. Le sue opere sembrano quindi prendere le distanze dalla scientificità dei modelli leonardeschi, proseguendo una ben nota tradizione artistica di cui si può citare, a titolo d’esempio, Maria Lai.
In realtà, piuttosto che come una presa di distanza dalla scienza in favore dell’arte, si potrebbe definire l’operazione di Contu come la prosecuzione di un dialogo con radici profondissime tra due discipline apparentemente inconciliabili: arte e scienza medica. Basti in tal senso pensare alle numerose miniature medievali che illustravano i testi medici, alle dissezioni di corpi compiute da Michelangelo per i suoi studi d’anatomia, all’impegno della scultrice Anna Coleman Ladd nella realizzazione di protesi verosimili per i mutilati della Prima guerra mondiale, al già citato Burri che aveva proprio una formazione da medico.
Lo studio leonardesco, improntato alla comprensione scientifica del funzionamento della meravigliosa macchina umana, viene così ripreso e convertito da Contu in una riflessione (personale, ma di valenza universale) sui processi mentali ed emotivi connessi alle varie parti anatomiche. Una riflessione che è sostenuta dall’impiego di una tecnica per sua natura lenta e meditativa, come quella del ricamo. “Il mio cervello tesse trame segrete”, “L’amore scorre nei vasi” e “Fino all’ultimo respiro” sono solo alcuni dei titoli delle opere con cui Tiziana Contu si propone di accompagnare i visitatori della mostra attraverso un ambizioso tentativo di decifrare l’indecifrabilità umana, con calma e semplicità, un punto alla volta.
Giulia Pepponi
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