"Ho voluto fermare un ricordo che ha provato a volare via"
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"Ho voluto fermare un ricordo che ha provato a volare via"
Comunicato
Sabato 9 aprile, alle ore 18.00, a Pietrasanta (LU), KYRO ART GALLERY presenta la mostra personale della giovane artista ILARIA GASPARRONI, “Ho voluto fermare un ricordo che ha provato a volare via”, a cura di Matteo Galbiati.
La stagione espositiva di KYRO ART GALLERY si apre con la prima mostra personale ospitata in galleria della giovane scultrice Ilaria Gasparroni che, con questo progetto, consolida e ufficializza una collaborazione avviata già da tempo con la galleria toscana.
Orgogliosamente scultrice, Gasparroni esprime la sua “tenacia” narrativa attraverso una precisa e puntuale definizione di questo linguaggio che lei fonda partendo da una consapevole sapienza tecnica e un’eccellente perizia realizzativa. La conoscenza del marmo, dei materiali, delle peculiarità che connotano ognuno di questi le permette di dar seguito alla sapienza della sua mano, capace di definire con estrema esattezza l’idea che dal pensiero si trasferisce nella scultura diventando opera. “Legata al principio antico di una nobile “artigianalità” tradizionale, espressione di una lunga storia artistica ed estetica, riabilita, come alcuni altri artisti contemporanei, il peso e la visione di un’immagine che si allontana dalla concretezza “pesante” dell’oggetto e, avvantaggiandosi di una consapevolezza forte, muta il suo statuto trasformando ciascun lavoro in un referente sensibile, un dispositivo per il cuore, più che un agente di meraviglia per gli occhi”*.
“Il nodo centrale delle sue opere, infatti, non è riprodurre pedissequamente un oggetto esattamente così come è fatto, non è la duplicazione veridica della “cosa” la sua mira urgente e non cerca lo stupore per come e quanto tutto sia fedele al vero, al contrario questo riscontro reale e veridico, esatto nei termini, è secondario rispetto all’emersione dell’immagine di un ricordo, di un’emozione, di un’esperienza comune e diversa in ognuno di noi che, però, nell’oggetto-scultura trova un catalizzatore potenziale fortissimo, vettore di sensibilità altre, individuali, sopite e mai dimenticate.”
Le sculture di Gasparroni, quindi, sollecitano la rilettura di un’esperienza del vissuto, un aspetto esistenziale che, nella “banalità” dell’immagine “colta, sottratta ed estratta dall’oggetto scolpito”, si moltiplica nell’animo degli altri trovando “sorgente e linfa vitali per allargare il proprio senso, per amplificare la portata del suo racconto”.
Le sette opere, inedite e realizzate tutte per Ho voluto fermare un ricordo che ha provato a volare via, propongono un “cammino nel tempo degli oggetti d’uso che diventano fattori di memorie, cartine al tornasole di accadimenti che hanno attraversato i percorsi e le vite di tutti; sono rimandi all’infanzia, al gioco, al viaggio e al desideroso fantasticare, di fanciulli e adulti […]. In questo transfer suggestivo la scultura di Gasparroni manifesta (e poi infonde in noi) tutta la magia della sua poesia singolare.”. “Sparisce il peso e la consistenza del materiale perché tutto diventa evanescente come i ricordi stessi che, emersi e attivati in noi, affondano nel marmo le radici stesse delle nostre più intime e uniche vicissitudini e che qui si ritrovano e completano nel dialogico scambio con la scultura stessa”.
Verità e immaginazione, ricordo e azioni entrano in gioco e dirompono osservando la verità semplice, ma densa di intensità, di un barca di carta, del gioco di inferno e paradiso, di una casa di bambola, di un palloncino volato via… La loro presenza coglie qualcosa che si risveglia in noi e lì lo stabilizza, lo blocca senza mai diventare banale e ovvio. “Il suo raffinato pensiero scultoreo si inserisce come una una riflessione già presente in noi e per questo, così forte e vera.”
La mostra, nata tra la collaborazione stretta tra l’artista, i galleristi e il curatore, ha avuto una lunga genesi dettata anche dalla meticolosa cura con cui l’artista realizza i propri lavori e al tempo, lento e misurato, per concluderli. In questo tempo il confronto e lo scambio di pensieri e idee è stato fondamentale per arrivare ad un progetto corale e condiviso, forte delle passioni e delle sensibilità di tutti. La mostra che si inaugura acquisisce, alla luce del nuovo viaggio cui è stato chiamato Luigi, un significato ulteriore e più intenso per tutti. La mostra è stata composta e ultimata avendo sempre cara e certa la sua presenza in questo progetto. A lui dedichiamo questa mostra che tanto ha amato fin dai suoi primi progetti.
Il catalogo, bilingue (italiano-inglese), con testo del curatore e le immagini delle opere, sarà presentato in galleria in occasione dell'inaugurazione della mostra.
*i virgolettati rimandano al testo critico di Matteo Galbiati
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