Leonardo Castellani. 50'anni di incisioni 1935-1984
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Leonardo Castellani. 50'anni di incisioni 1935-1984
Comunicato
A 125 anni dalla nascita, la Galleria “Arianna Sartori. Arte & Object Design” di Mantova, nella sala di via Ippolito Nievo 10, presenterà una interessante selezione di incisioni del Maestro Leonardo Castellani (Faenza 1896 - Urbino 1984).
L’esposizione intitolata “Leonardo Castellani. 50’anni di incisioni: 1935-1984”, curata da Adalberto Sartori, presenta oltre cinquanta opere realizzate con la tecnica dell’acquaforte e della puntasecca ed incise a partire dal 1935 per arrivare al 1984 anno della sua scomparsa.
La retrospettiva, allestita da Maria Gabriella Savoia, sarà inaugurata sabato 20 febbraio alle ore 16.30 alla presenza del figlio Prof. Claudio Castellani e resterà aperta al pubblico fino al 4 marzo 2021, con orario: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, chiuso festivi.
Il Maestro Leonardo Castellani era già stato ricordato dalla Galleria Arianna Sartori nel gennaio 2007 con l’antologica “Il paesaggio di Urbino come incanto poetico” che aveva suscitato un notevole interesse di pubblico e critica.
Il paesaggio di Urbino come incanto poetico
"…Come se fosse stato il paesaggio urbinate ad avvicinarlo all’area dei suoi primi interessi culturali (Raffaello, Barocci, il vedutismo lagunare e quanto poteva aver assimilato dal volume del Pica sugli impressionisti pubblicato nel 1908) e, attraverso tale esperienza, a condurlo per la difficile strada dell’individuazione, i “motivi” tracciati sul metallo o sulla carta o sulla tela di Castellani nascevano, e molto lentamente, solo nella sua testa. Se le sue acqueforti erano quasi sempre impostate e risolte in pochi giorni, senza pentimenti, con una padronanza assoluta dei toni e delle forme, spesso sul solco di un rapido e leggero accenno della matita, questo scioglimento si verificava solamente dopo una lunga incubazione, dopo una lenta e meditata assimilazione del soggetto, dopo una serie di schizzi preparatori, quando cioè l’opera era già matura nella sua mente.
È un atteggiamento simile a quello di Proust immobile davanti alle rose del Bengala, in attesa che gli rivelino la loro essenza. Giacomo Debenedetti, in una pagina famosa, ha creato un rapporto tra quell’episodio, riferito a Reynaldo Hahn che era presente, e un breve scritto di Sartre sull’“intenzionalità husserliana” illuminando un modo di conoscenza diverso da quello dello spirito-ragno, o spirito-struzzo, che “mangia” e digerisce le cose per conoscerle, un modo invece per il quale la conoscenza, data l’immobilità dell’artista e della cosa uno di fronte all’altra, è un “esplodere reciproco”. La cosa stessa ha acquistato, sotto la contemplazione dell’artista, la capacità di “esplodere verso di lui”, aprirgli la sua scorza, rivelargli la sua sostanza. Questo era il modo di Castellani davanti al paesaggio di Urbino: di attesa, di passività e poi di penetrazione: il modo dello spirito lento e dell’“incanto poetico misto di verità e di grazia”.
Floriano De Santi
Leonardo Castellani
Nacque a Faenza il 19 ottobre 1896, da famiglia faentina di ebanisti.
È stato uno dei più grandi artisti italiani del 1900.
Suo padre, Federico, intagliatore e dirigente dell’Ebanisteria faentina, si trasferì con la famiglia a Cesena nel 1909, dove era stato chiamato a dirigere, presso la Scuola Industriale, la sezione ebanisti-intagliatori. Nel 1914 Leonardo venne licenziato dalla Scuola Industriale come ebanista-intagliatore, e successivamente si iscrisse all’Accademia di Firenze, nella sezione “scultura” dove conobbe Osvaldo Licini (anche questi frequentò la sezione “scultura”). Trasferitosi a Roma, frequentò per un certo periodo lo studio dello scultore Ettore Ferrari; ma ritornò presto a Cesena per fondarvi una fabbrichetta di ceramica, intitolata “Bottega di ceramica artistica”. Durante il periodo romano aveva frequentato il gruppo futurista di F. T. Marinetti, collaborando a quel movimento artistico. Per dissensi commerciali la “Bottega di ceramica artistica” si chiude nel 1923. Castellani allestì a Cesena, nello stesso anno, una mostra di ceramica e continuò con la decorazione pittorica e la scultura. Espose alla III Biennale Romana (1925), partecipò dal 1926 al 1956 a molte Biennali veneziane, a tutte le Mostre all’estero organizzate dal Sindacato del Bianco e Nero di Roma e a quelle promosse dalla Calcografia Nazionale di Roma. Nel 1927, dopo una mostra personale a Cesena, sotto gli auspici degli Amici dell’Arte (16 pitture e 16 disegni), si trasferì a Venezia, dove rimase circa un anno, in attesa di migliore fortuna. Nel 1928 venne chiamato a Fano, come insegnante incaricato di decorazione e di ceramica. Fu in questo periodo che avviò decisamente - dopo ripetuti tentativi - l’attività di incisore. Nel 1930 venne chiamato a Urbino, a ricoprire la cattedra di Calcografia all’Istituto d’arte per la decorazione e illustrazione del Libro. La tenne per 38 anni. A Urbino, diviso quindi fra l’insegnamento e l’incisione, realizzò la quasi totalità delle sue lastre. Sotto la sua guida si formarono i migliori incisori provenienti dalla Scuola di Urbino. Due le antologiche: a Urbino nel 1976, e a Faenza due anni dopo. Viaggiatore instancabile e scrittore raffinato pubblicò moltissime pagine di prosa e poesia in varie occasioni.
Leonardo Castellani scomparve all’età di 88 anni, il 20 novembre 1984 a Urbino.
A Urbino è aperto al pubblico il Museo Castellani, che riunisce 150 incisioni donate dalla moglie Edvige e dai figli Paolo, Silvestro e Claudio.
Opere di Leonardo Castellani sono presenti in numerosi Musei e Biblioteche (Helsinki, Londra, Milano, Padova, Roma, Verona, Vicenza, Firenze, Ascoli Piceno, Cesena, Faenza, New York, Parigi, Piove di Sacco, Reggio Emilia, Urbania), nonché presso importanti Fondazioni (Fondazione Cini, Venezia; Matalon, Milano; Tito Balestra, Longiano; Mastroianni, Arpino; Il Bisonte, Firenze; Museo Alessandro Appella, Castronuovo Sant’Andrea; Raccolta delle Stampe Adalberto Sartori, Mantova; Pinacoteca, Faenza; Castel Durante, Urbania; Museo Zuccherman, Padova; archivi, Palazzo Bomben della Fondazione Benetton Studi Ricerche biblioteca Fondazione Benetton, Treviso ed altri musei).
Bibliografia essenziale:
1974 - “Leonardo Castellani, Opera Grafica (1928-1973)”, a cura di Neri Pozza Editore Vicenza. “Ampliamenti all’Opera Grafica (1973 -1984)”, Vicenza, Neri Pozza Editore.
1990 - “Leonardo Castellani, Mostra a Klagenfurt (A) 1990-1991”, catalogo stampato a cura dell’Amministrazione provinciale di Pesaro e Urbino per il Comune di Klagenfurt, Pesaro, Edizioni della Pergola.
1994 - “L’illimite lirico. L’opera artistica e letteraria di Leonardo Castellani”, a cura di Floriano e Gualtiero De Santi, Edigrafital Teramo.
1997 - Floriano De Santi, “Leonardo Castellani. Il Paesaggio dell’anima”. Dipinti, sculture, ceramiche, disegni, acquerelli, incisioni, libri d’arte, dal 1914 al 1984, Galleria d’arte moderna e contemporanea della Repubblica di San Marino, Centro Internazionale “Umberto Mastroianni” del Castello Ladislao di Arpino, Brescia, Tipolitografia Queriniana.
2000 - A cura di Claudio Castellani, Giampaolo Dal Pra, Giuseppe Lotto, Umberto Marinello, “Leonardo Castellani, Incisioni”. Testi critici di Umberto Marinello e Giorgio Segato, Piove di Sacco, Centro Piovese d’Arte e Cultura.
2013 - Segno e racconto: Urbino, Accademia Raffaello, Bottega Giovanni Santi in casa Raffaello.
2019 - Ritratti, racconti di vita. Urbino, Accademia Raffaello, Bottega Giovanni Santi in casa Raffaello.
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