Linea di San Michele: Punto uno!
Inaugura
Presso
A cura di
Partecipa
Fino a
Linea di San Michele: Punto uno!
Comunicato
Linea di San Michele
Sabato 18 Febbraio, ore 19
Sciusciante, Via Sarno 221, Ottaviano (Na).
Antonio Milanese #puntouno
Curatela: Mimmo Di Caterino feat Rossella Matrone.
Curatela spirituale: Gennaro Cilento.
Comunicazione grafica: Marco Rallo.
Linea di San Michele, punto uno: Antonio Milanese. #animalità #RossellaMatrone #MarziaVetrano
Punto uno:
L'arte in quanto mercato è uno strumento per uniformare il pianeta.
Gli addetti ai lavori sono ridotti a consumatori, sono tutti bidimensionali e sostituibili, nel nome di questo parrebbero non avere senso gli artisti radicati, oggi gli artisti servono nomadi e interconnessi, questo perché devono vendere tutto per comprare tutto.
I linguaggi dell'arte e i processi artistici, sono oggi uno strumento d'accumulo di ricchezze ineguagliabili, il processo d'accumulo è elementare:
- Il miliardario acquista un'opera d'arte di un tale artista.
- Il miliardario determina un trend perché è un modello di riferimento che tutti emulano.
- Il miliardario determina la domanda e l'offerta di ciò che ha acquistato, aumenta la domanda in relazione a ciò che acquista, ma l'offerta resta limitata.
- Il miliardario vende l'opera con un plus valore determinato da lui stesso e s'arricchisce di più: i suoi "artisti" sono per lui uno strumento per fare soldi.
Voi direte: "ma che scrivi?", "Come si sostiene tutto questo'".
Chi crea e determina il valore è il collezionista (miliardario o meno che sia), il collezionista miliardi determina valore attraverso mostre, cataloghi, prefazioni e articoli: il valore di mercato lo crea il club dei collezionisti.
Adesso: tutti sappiamo che io ho un unico ciclico e costante collezionista, che è Michele Franzese imprenditore storico localizzato con la sua attività Sciusciante a Ottaviano, che è però da intendersi come un cane sciolto, uno fuori dal clan dei collezionisti (il clan dei collezionisti che consentono a certi "artisti" di vivere tramite acquisti regolari che sostengono tutta la filiera (galleristi, direttori di musei, critici d'arte, intellettuali, prefattori, giornalisti specializzati e funzionari statali che pilotano fondi regionali e comunali destinati all'arte contemporanea).
Il club dei collezionisti (di cui non fa parte l'imprenditore e collezionista d'arte contemporanea Michele Franzese), determina un ritorno garantito del proprio investimento, promuovendo un pugno d'artisti che propagandano l'ideologia globalizzata di chi li foraggia (utili idioti che approfittano di una situazione).
Queste condizioni ambientali e sistemiche dell'arte in quanto prodotto, distrugge le singole individualità e le presenta in una luce negativa.
Chi conosce il mio profilo artistico, sa bene come io sia etichettato come conservatore, reazionario, nazionalista, bolscevico, comunista, fascista, dilettante e "disobbediente", il motivo di fondo?
Non leggo il mercato come orizzonte di una civiltà umana.
Il collezionista da club è un barbaro, sogna un mondo d'artisti artificiali e artificializzati, digitali e bionici, cripto arte e Nft.
Lo scrivo: il transumano è totalitario.
Questo ci consente di ragionare sulla relazione tra investimento artistico e media di massa, pensate a cose come il dito medio di Cattelan, al plug anale di Mc Carthy o alla vagina di Kapoor.
Nel nome di questo il progetto "Linea di San Michele" sarà una linea retta di sette punti e sette artisti, dal chiaro e netto posizionamento ideologico e spirituale, politico e poetico, sette artisti di cui difenderò lavoro e contenuti, per sostenere l'arte contemporanea come principio di critica dialettica e didattica, e per critica non intendiamo la provocazione scatologica.
Multidimensionalità artistica:
Il linguaggio dell'arte, nella sua trasmissione d'informazioni, regge sulla legge dell'equilibrio tra osservatori (gli stessi artisti) che ne regolano e modulano la trasformazione nel tempo.
L'osservatore del linguaggio, deve saperne riconoscere la molteplicità delle tante possibilità di genere, ma anche tenerne presente la parzialità dell'apparenza, comprendendo che di fondo è sempre lo stesso dell'origine, questo rende l'artista uno che con saggezza preserva la memoria come bene connettivo.
I tanti punti di vista, dei tanti osservatori dell'arte, la fanno nel contempo un patrimonio linguistico dalla lettura molteplice che sa rendersi unitario.
Dal micro al macro cosmo, il linguaggio dell'arte è il principale strumento di lettura della nostra vita, questo in relazione al divenire che muta educando lo sguardo e la percezione nel tempo, attraverso uno sguardo e delle pratiche operative che sanno essere votive e devote, sondando e connettendo l'apparente rappresentazione con il non conosciuto.
Tutto ciò che siamo, muove da una grande sorgente creativa linguistica dell'arte, è l'arte a darci la nostra multidimensionalità cognitiva e percettiva, i segni dell'arte ci guidano nella scoperta di un sé progressivamente più cosciente ed elevato, quello che determina il nostro essere divinamente complessi.
Interpretare i segni dell'arte non è esercizio intellettuale: è legge di natura, è sincronizzazione dinamica verso la storia umana, è muoversi attraverso indizi che consentono di cogliere significati (sovente analogici).
L'Universo artistico creativo riversa a getto continuo nelle nostre vite segni, segni che possono essere da tutti, che arrivano come archetipi algoritmici anche quando dormiamo, i segni originano dai sogni dai quali si muovono e ci muovono.
- letto 469 volte