Parlami di Lei: Dialogo a due Francesca Magro, Mario De Leo
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Parlami di Lei: Dialogo a due Francesca Magro, Mario De Leo
Comunicato
COMUNICATO STAMPA
In dialogo con la mostra di Emilio Tadini
per i Talenti delle donne
PARLAMI DI LEI: DIALOGO A DUE
Mario De Leo e Francesca Magro
A cura di Melina Scalise
Dal 28 febbraio al 28 marzo 2020
Inaugurazione 28 febbraio ore 18.30
Ingresso libero
La mostra del 2020 di Emilio Tadini presso la Casa Museo Spazio Tadini a lui dedicata si intitola “Parlami di lei: tenerAmente forte” e racconta la figura femminile nella poetica dell’artista sia in ambito artistico che letterario.
L’esposizione Parlami di lei: dialogo a due è in correlazione con quella di Emilio Tadini inserita all’interno del Palinsesto I Talenti delle donne istituito dal Comune di Milano e ha ottenuto il patrocinio del Municipio 3. Il percorso parte da Emilio Tadini con la sua visione del femminile offre spunti di riflessione sull’iconografia della donna nel mondo dell’arte e della letteratura da Pier della Francesca a Joyce e arriva ad oggi con i due artisti contemporanei: Mario De Leo che lavora sul tema della Figura Amazzonica e Francesca Magro che tratta il corpo e la sua simbologia con Il corpo e la carne.
Entrambi offrono uno spaccato maschile e femminile sulla donna ed emergono differenze e stimoli di riflessione affascinanti. Mario De Leo, da uomo, rincorre la donna mito, la donna che dialoga con l’Universo e si ammanta di sacralità, mentre Francesca Magro, da donna, parte dal corpo, mette in discussione l’oggetto e soggetto condiviso dagli uomini quanto dalle donne: il corpo femminile, ovvero quel corpo che ognuno di noi ha vissuto, anche solo in parte, nell’arco della sua vita. La donna della Magro è bionica, è una donna di un futuro possibile e la astrae fino all’eccesso aprendo una riflessione anche sull’assenza e il futuro dell’Uomo. L’elemento tecnologico è comune in entrambi solo che in De Leo si fa suono e musica del cosmo, in Magro si fa sostituto della carne che perde espressione, dialogo e forse futuro.
I testi che accompagnano le presentazioni delle singole mostre spiegano come entrambi questi artisti entrano in dialogo con Emilio Tadini e con i maestri dell’arte che li hanno preceduti.
Mario De Leo Figura Amazzonica
Tratto dal testo di Melina Scalise Figura Amazzonica
“La figura amazzonica è uno dei primi cicli pittorici in cui l’artista Mario De Leo sperimenta l’uso di frammenti di circuiti elettrici nella composizione iconografica dell’umano. Non è un caso che inizi dal volto femminile e questo lo chiami figura. E’ una scelta che potremmo interpretare alla maniera di Emilio Tadini. Per quest’ultimo la madre è il primo volto che impariamo a riconoscere e ci appare come una figura perché è solo rappresentazione della “condizione originaria” ovvero quella in cui non avevamo ancora sperimentato l’esperienza della distanza e quindi della separazione dal corpo materno. (La distanza, Emilio Tadini Einaudi)
Per Mario De Leo cominciare dalla donna è quindi come dare nascita a una nuova dimensione che segna una nuova era. E’ una figura che rappresenta la generazione di un nuovo mondo dominato dal linguaggio elettronico e dal suono, che l’artista esprime attraverso l’inserimento sulla tela di circuiti elettrici. Lo sviluppo tecnologico e l’uso dell’energia elettrica costituiscono una svolta per l’umanità che l’artista enfatizza negli anni 80 quasi presagendo la contemporanea comunicazione via web….. In questa serie Mario De Leo riconosce dunque alla figura femminile sia un ruolo primordiale e determinante per la nostra nascita e identità, sia un ruolo da combattente. Una donna dunque volitiva, determinata, addestrata alla difesa prima ancora che all’accudimento e alla devozione verso il figlio o marito. Amazzonia poi richiama alla memoria anche l’Amazzonia in Brasile la zona forestale più estesa del Pianeta cosiddetta “polmone del mondo”. Nel nostro immaginario quindi questa parola e di conseguenza questa “figura amazzonica” evoca anche una Madre Terra protettrice della vita…..”
Francesca Magro Il corpo e la carne
Tratto dal testo di Melina Scalise Il corpo e la Carne
“Il lavoro artistico di Francesca Magro, docente d’arte, ha attinto da questo immaginario del femminile nell’arte e nelle rivoluzioni sociali femministe del 900 e, come donna e artista ha scelto di parlare del corpo in un modo singolare e innovativo. I suoi lavori si presentano in prima istanza come denuncia della donna-oggetto e di un ruolo della donna “bambola” enfatizzato ancor più negli anni 80, sia nel linguaggio televisivo, che della pubblicità e della moda nonostante le conquiste della rivoluzione femminile. Francesca Magro sente l’urgenza di strappare ferocemente quel corpo femminile da tutto ciò che è modello estetico stereotipato esasperato anche dalla chirurgia estetica, ma anche dal sacro e simbolicamente angelicato per riportarlo alla carne e alla manipolazione della carne fino alla sua trasformazione artificiale (corpo bionico).
La sua frammentazione del corpo e dell’anatomia perde qualsiasi vezzo estetico e “sacro”. Oggi, nel 2000, la donna di Francesca Magro sembra in costante mutamento e costruzione, come un palazzo con delle impalcature il cui lavoro cerca di coniugare antropico e naturale, come quello dell’uomo sulla superficie terrestre, sulla “pelle” di Madre Terra. E’ un corpo possibile senza alcuna restrizione etica, materia da plasmare in cui la stessa donna sembra esserne autrice perché la Magro non raffigura esseri agenti su questi corpi. La ricerca di una Super Donna? Di una donna nuova? O semplicemente la distruzione della donna e della Terra insieme? Gli uomini sono quasi assenti o presenti in altre sembianze come nella serie dedicata al mito di Leda che si accoppia con un cigno (Zeus) e partorisce un uovo e quindi viene fecondata a tradimento: come una fanciulla ingannata dal suo giocattolo. Tuttavia, nella maggior parte delle opere i figli sembrano addirittura possibili senza la presenza dell’uomo: metà uomini e metà robot a loro immagine e somiglianza. La donna sembra artefice e vittima di sè stessa in una sorta di delirio tecnologico di dominio sulla Natura da cui sembra cercare di prendere le distanze e rompere il legame simbolico madre-terra nonché biologico con la ciclicità della Natura”.
Mario De Leo (1944 Ruvo di Puglia)
Pittore e musicista vive a Monza e ha lo studio a Lissone. Suoi lavori sono presenti in collezioni permanenti di istituzioni museali in particolare Italia e negli Stati Uniti. L’ultima acquisizione nel 2013 alla Galleria d'Arte Contemporanea di Mosca con tre opere e l’ultima mostra nel 2018 presente al Red Dot Miami Fair su selezione del direttore Rich Ferrante. La Casa Museo Spazio Tadini ha ospitato altre due mostre dell’artista.
Francesca Magro (Bergamo)
Artista internazionale espone dall’84 in Europa, Asia e USA. Sue opere figurano in collezioni e musei in Italia e all’estero. La sua ricerca è incentrata sul rapporto corpo/mente e sulle trasformazioni che il contesto attuale produce su di esso. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni sulla sua ricerca artistica nonché collaborazioni con Enti ed Università. Vive e lavora ad Arese. www.francescamagro.it Instagram: francescamagroartist
CASA MUSEO SPAZIO TADINI
PARLAMI DI LEI: DIALOGO A DUE
FRANCESCA MAGRO E MARIO DE LEO
DAL 28 FEBBRAIO AL 28 MARZO
APERTURA DA MERCOLEDÌ A SABATO DALLE 15.30 ALLE 19.30, DOMENICA SOLO SU PRENOTAZIONE PER VISITE GUIDATE.
INGRESSO LIBERO, VISITE GUIDATE A PAGAMENTO 7 EURO. IL SABATO VISITE GUIDATE A INTERVALLI DI UN’ORA SENZA PRENOTAZIONE.
PER INFORMAZIONI E DETTAGLI: www.spaziotadini.com
Contatti: museospaziotadini@gmail.com
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