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Se l’anima interiore è più reale del mondo esterno, come tu filosofo sostieni, perché allora è il mondo esterno ad essermi offerto come modello di realtà?
(Fernando Pessoa)
In SECRET WORLD secret ha la doppia accezione di segreto (intimo e nascosto), e di secreto inteso come produzione fisiologica dell’attività artistica necessitata da un’urgenza interna.
Il mondo segreto a cui attinge l’artista plasma in modo tangibile la sua produzione e decide i contenuti della sua poetica: talvolta riflessi di infinito e di armonia, altre riverbero di labirinti inquieti e cupi.
Per dirla con Pessoa “l’anima interiore” è il “più vero sé stesso”, costituisce un sentire e un’esperienza più reale di qualsiasi accadimento o modello esterno.
La decisione di credere a questa realtà più che a qualsiasi altra visione esteriore si impone come necessità nel momento in cui si prende coscienza del proprio sé come artisti ed indica l’ineluttabilità di un destino che si compie, in quanto fatto di per sé già esistente. L’artista riconosce la sua natura e il suo talento, ne accoglie i conflitti interiori come elementi propulsivi della sua venuta al mondo come artista e si adegua a quello che egli è: non più quello che gli altri si aspettano che lui sia ma deciso a portare avanti la sua missione cioè mettere il suo mondo e il suo vero sé stesso nella sintesi dell’opera d’arte.
Esprimere il proprio universo ed essere fedeli all’unicità della propria visione significa, tuttavia, rinunciare all’abilità e al perfezionismo tecnico in favore dell’essenzialità del linguaggio artistico e di una forma espressiva affrancata da qualsiasi imposizione dettata dall’esterno, scelta il più delle volte così dolorosa da inscrivere il dramma nell’esistenza di chi ricerca una essenzialità così estrema.
Chiara Schirru
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