Switch Off - Sebastiano Accardi
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Switch Off - Sebastiano Accardi
Comunicato
La mostra “SWITCH OFF” di Sebastiano Accardi, sarà aperta al pubblico dal 15 settembre al 30 ottobre 2020 alla galleria e laboratorio di arte contemporanea Dream Factory in Corso Garibaldi 117 a Milano.
Nelle sale dello spazio in Via Garibaldi verrà esposta la serie di 12 opere che non sono solo una ricerca pittorica, ma anche, e soprattutto, una riflessione sulla società contemporanea. I cavi, oggetti invasivi della quotidianità, che si aggrovigliano, si estendono, si collegano in un mondo fatto di anime in cerca di legami. Unici elementi dotati di significato esplicito sono le “cose”. Nel caso specifico i cavi, che si stagliano sul deserto colorato della contemporaneità, i cavi che usiamo tutti i giorni e che ci collegano al vuoto delle nostre normalità. Le cose, gli oggetti, esistono di per sé, non hanno bisogno di essere dipinti, ciò che possiede colore sono i mondi individuali circondati dalla vacuità dei cavi.
Sebastiano Accardi nasce a Ragusa nel 1991. L’impronta classica lo ha portato a studiare ed approfondire le motivazioni della psiche umana e le sue decisioni. Per questo motivo decide di dedicarsi alla psicologia cognitiva comportamentale all’università di Padova dove sviluppa una forte commistione concettuale tra tecnologia e umanità.
Testo critico di Andrea Guastella:
“La tecnologia, dall’artista rappresentata con i cavi, dovrebbe collegare e, invece, separa, allontana le anime, ognuna dipinta di un suo colore e circondata o collegata da un cavo che pone un confine alla sua esistenza, un limite alla sua capacità di entrare in contatto con un’altra anima. Tutti collegati ineluttabilmente e tutti allo stesso modo lontani, separati, distorti. Sebastiano Accardi è riuscito a raffigurare in maniera minimalista la mente, il battito e il respiro dell’uomo contemporaneo che attanagliato dalla tecnologia che lo circonda diventa esso stesso parte di essa. Ogni elemento umano perde la sua collegabilità spirituale al mondo e ha bisogno di una connessione fisica, di un cavo che faccia le veci del sentimento, dell’afflato spirituale, e riduca tutto alla certezza fisica che esiste il collegamento, che non siamo soli e prigionieri della monade che è diventata la nostra coscienza. Un’anima senza spigoli, che sembra esprimere in tale mancanza di forma la sua capacità di accogliere ogni forma, ma che, in realtà, crea le condizioni per essere avvolta, circondata, per perdere il suo carattere di essenza dell’individuo e diventare solo un plug-in per un cavo.
A questo aspetto si associa la riflessione sulla tecnologia, che non si sovrappone soltanto all’io, ma ne diventa parte e, in tal modo, l’arte è espressione dell’io, anche nell’arte l’elemento fisico, tecnologico, diventa strumento espressivo, sostanza che si fa idea e produce nuove percezioni del mondo. Le immagini più ricorrenti nell’immaginario dell’artista Sebastiano Accardi sono le fusioni tecno-organiche del cyberpunk di Tetsuo, di eXistenZ, la ricerca dell’anima nelle connessioni di Hal 9000 e l’idea di un oltreuomo non più nietzschiano, con un’aspirazione al sublime, ma pericolosamente cablato, privo di altra aspirazione se non quella di non rimanere mai scollegato.”
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