LOBODILATTICE

LO ZOO- METROPOLITANO: TRA REALTA', MITO, UTOPIA

Inaugura

Sabato, 12 Aprile, 2025 - 18:30

Presso

La Casa degli Artisti
Via Lepanto, 1 Gallipoli LE

A cura di

Maria Cristina Maritati e Orsolina Fontò

Partecipa

Max Hamlet Sauvage

Fino a

Domenica, 4 Maggio, 2025 - 20:00

LO ZOO- METROPOLITANO: TRA REALTA', MITO, UTOPIA

Comunicato

COSA FA LA GRANDEZZA DI UN ARTISTA?

La disciplina, la conoscenza, l’instancabile ricerca e voglia di crescere.

Tutto ciò lo rende unico, inimitabile padrone del suo tempo e della storia.

Queste le caratteristiche che contraddistinguono i lavori di Max Sauvage, pittore e scultore poliedrico, che spazia dal surrealismo alla pop art, riletta ed interpretata con una sua personale cifra stilistica.

Il creativo trae ispirazione dalla Metafisica di De Chirico, Magritte, Dalì. Sono atmosfere rarefatte ed oniriche quelle che realizza, partendo dalla realtà che lui trasforma, plasma. Non esiste più nessun limite e confine tra il sogno ed il tangibile, tra il desiderio e la passione, è tutto un evolversi di infinite emozioni che volano al di là di spazi siderali ed astrali.

Il nostro creativo ormai storicizzato, con oltre 50 anni di carriera, ha sempre mantenuto la sua umiltà e riservatezza decretando solo ai colori le parole.

Un’arte che prende le mosse dalla psicoanalisi e dal marxismo, che affonda le radici nell’introspezione, nel mondo delle idee e dei sogni. Citando Platone, poi, mai niente è come appare, che più del capire è importante il sentire. Entrare nel mondo del creativo, vuol dire in primis lasciarsi la realtà alle spalle, tornare bambini, agli archetipi, ai sogni, ai miti ed alle fiabe.

Tutto ciò che la contemporaneità ha annullato e distrutto Sauvage ha portato nuovamente in superficie.

Con la sagacità che lo contraddistingue ha saputo raccontare l’era moderna con i suoi limiti e frustrazioni. Così nascono lavori come Mi trovi sexy, Lady nell'intimità del bagno o Cospiratore al telefono. Meglio di un sociologo, più eloquente di un psicanalista ci ha descritto il terzo millennio incastrato in una falsa e coacerva evoluzione. Corpi senza volti, anime nude che diventano spettri, dove tutto è pura e semplice mercificazione.

Bravo Sauvage perché con colori e pennelli ha calcato questa era restandone fuori senza influenze e contaminazioni.

Un artista di cui sentiremo ancora molto parlare.

Sonia Terzino giornalista e critico d'arte, poeta

                                                                                                              ********

Proseguono nel mese di aprile gli incontri culturali de La Casa degli Artisti di Gallipoli, residenza dell’artista Giorgio De Cesario, che questa volta ospita nella sua Galleria Permanente l’amico e stimato collega Max Hamlet Sauvage, poliedrico surrealista concettuale di fama internazionale, di origini gallipoline ma di formazione cosmopolita. Ha infatti viaggiato molto per il mondo, frequentando le più prestigiose scuole d’arte ed incontrando gli artisti e i critici più in vista del Novecento e del Nuovo Millennio.

La mostra, presentata dal noto scrittore Maurizio Nocera e costituita da 25 opere, è intitolata “L’Ibrido Universo Metropolitano che indaga sul destino dell’Uomo”: un titolo lungo ma che riassume in poche parole significative il messaggio personale dell’artista. Le opere in esposizione sono una sequenza narrativa nella quale si possono riconoscere i temi cari a Max Hamlet Sauvage: scollacciate figure femminili che si offrono ad ibridi maschili in cui le teste di uccello o animale fanno supporre l’“animalità” appunto che si nasconde dietro l’armoniosa eleganza.

A questo proposito lo storico dell’arte Enrico Crispolti ha commentato: “Si tratta di un mondo esplicitamente perverso, trattato con ironia, satira e sarcasmo, e con il divertimento di uno spirito graffiante che condanna chi mercifica l’immagine femminile e denuncia da sempre le nevrosi sessuali individuali e collettive che oggi sono diventate gossip e cronaca politica”.

Sempre dalle sue opere si evince la critica all’opulenta società occidentale che si congiunge ad una favolistica moderna rappresentata, alla maniera di Max Ernst, “da uccelli che vivono borghesemente e che con l’alta borghesia condividono bisogni e desideri erotici (Giorgio Di Genova, critico e storico dell’arte).

Max Hamlet s’ interroga inoltre su quello che potrebbe essere il destino dell’uomo, considerando l’irreversibile degrado della coscienza umana, il potere delle multinazionali, la sopraffazione crescente di alcuni stati su altri. S’interroga dunque su tutto ciò e Maurizio Nocera conclude: “Il suo sembra veramente uno zoo di figure umane che, davanti al crollo coscienziale dell’umanità e alla violenza dei poteri, fanno sperare in un domani di gioia orgasmica e alla trance liberatrice”.

Non a caso l’illustre Philippe Daverio, parlando di Max Hamlet, lo definì “uomo pungolo” che interroga le coscienze con scomode metafore di denuncia sociale ma piene del pathos di un genius loci ironico e irridente.

Tutto questo è narrato nelle opere incluse nella presente mostra che vanta la cura delle Proff. Orsolina Fontò e Maria Cristina Maritati e la collaborazione di CittadinanzAttiva, assemblea di Gallipoli, e del Circolo “La Fenice”.

Maria Cristina Maritati

LA CASA DEGLI ARTISTI

Residenza d’artista

Come arrivare

categoria