L'arte salverà l'umano!
Quella che genericamente definiamo "identità" o "autonomia" artistica, è autoconoscenza, un riflettersi nel linguaggio che passa per la pratica linguistica dell'arte.
La pratica dell'osservazione del gesto e del segno artistico, non è qualcosa di cui fruiscono esclusivamente gli artisti, gli artisti come terzi assistono con lo sguardo quello che il linguaggio comune dell'arte determina.
Esplorare il senso linguistico dell'arte costituisce il nodale anello evolutivo cognitivo della nostra specie, è navigazione che porta verso spazi e profondità inattese, è l'unico grande reale viaggio e mappa topografica che orienta l'umano sul pianeta.
La tragedia di questi tempi, è che la cultura del mercato dell'arte contemporanea, che non è arte contemporanea, arte contemporanea è arte fuori dal tempo (da mode, mercati e traiettorie effimere), determina una quantità d'artisti specializzati che da perfetti amatori e dilettanti, non sanno scrivere, ragionare e concettualizzare il loro "lavoro".
Quelli che oggi si definiscono artisti contemporanei, necessitano per apparire tali, della consegna del loro linguaggio a soggetti terzi, che con la parola e la scrittura, con convenevoli e rituali espositivi, traducono la conoscenza in conoscenze.
Ve lo confesso, sono allergico ai "sono amico di...", "conosco...", se qualcuno vi si presenta come un mio amico/a sappiate che non è vero, fosse un mio amico saprebbe presentarsi da solo, con il suo linguaggio, senza di me!
Se presento qualcuno, che ha bisogno della mia intermediazione, per presentare, fare conoscere o sdoganare a terzi il suo lavoro, sappiate che il suo lavoro non c'è, non esiste, semplicemente non è suo, posto che sia lavoro.
Tornando a ragionare:
Non esiste coscienza e conoscenza che non passi per la percezione e la formalizzazione per immagini.
Pensateci:
perché per conoscere il pensiero di un politico siete costretti a sopportare la sua immagine?
Perché tanta crudeltà?
Non basterebbe conoscere il pensiero (che spesso non c'è) del politico?
Perché spingere a sentimenti come odio, passione, amore verso l'immagine?
Perché sollevare una comunità dalle proprie responsabilità, attraverso la demonizzazione di un'icona politica?
Non abbiamo ancora l'attitudine, nel 2022 a formalizzare una critica all'immagine imposta in tempo reale, quasi come se la parola addomesticasse e deviasse dalla lettura dell'immagine che viene imposta in rubrica mass mediatica.
Certi artisti "professionisti", quasi tutti, non hanno atteggiamento critico verso il proprio linguaggio simbolico, per questo ne demandano la lettura ad altre figure "professionali" che li costruiscono, non hanno visualizzato il proprio Sé creativo.
Eppure nel nostro mondo oramai privo di spiritualità, abbiamo soltanto uno strumento per aprire una finestra su quell'eternità narrativa che ci ha determinato e forse anche già cancellato, quella linguistica dell'arte:
l'arte è l'unico strumento possibile che ci consente di sottrarci alla visione omologante del mondo fatta di un pensiero unico. Nel nostro Occidente, l'arte sicuramente non salverà il Mondo, ma può salvare l'umano!