SFUGGIRE SEMPRE ALLA MAGGIORANZA!
Un osservatore del linguaggio dell'arte, nello spazio e nel tempo, legge e si relaziona (anche in modalità casuale, e lo studio indotto lo è) a studi della rappresentazione cognitiva della realtà tradotti in visione.
Questo processo di osservazione e lettura mobile, delle arti visive (maggiori), porta a un ampliamento cognitivo e concettuale, sempre maggiore, del sistema linguistico studiato.
Quello che chiamiamo, per convenzione spazio temporale, arte contemporanea, è soltanto un punto di vista d'insieme, d'osservatori che condividono un trend e determinano un modello estetico imposto globalmente concordato.
Quando qualcuno ci comunica le sue impressioni e le sue osservazioni, su un processo di determinazione artistica, la sua lettura innegabilmente potrebbe influenzarci, anche operativamente se siamo l'artista stesso in ascolto del punto di vista dell'altro, questo nel tempo dei social network, dei follower, dei mi piace, della crypto arte e dell'arte non fungibile, determina il pericolo di un progressiva omogeneità, che finisce per sovrascrivere la realtà e la cultura del singolo, anche perché il processo dell'affermazione della maggioranza omologata e sovente intermediato e filtrato dagli addetti ai lavori, e di rado, soltanto di rado, qualche linguaggio artistico evade dal consenso generale, e il lavoro dell'artista sarebbe proprio questo sfuggire al consenso per ampliare la dimensione cognitiva e di coscienza del linguaggio.