L'alchimia dell'arte è intuizione zen!
L'immagine è l'elemento alchemico più importante nella trasmissione di un'informazione, l'immagine di un artista non è mai illustrativa, è evocativa, chiama fuori l'intuizione dell'osservatore.
L'osservazione ottimale è ricettiva, ma non logica: serve lasciarsi trasportare dalle associazioni, dalle immagini fantastiche e dai simboli, ponendosi come rottura di catene logiche che impediscono all'intuizione d'emergere con prepotenza, creando rapporti e leggi diverse da quelle che c'incatenano nel quotidiano.
L'immagine e il simbolo nel processo alchemico, sono la via più diretta alla verità.
Analogie e intuizioni, come nei processi buddisti zen, impongono allo studente dell'arte di risolvere aporie (difficoltà) logiche (i koan), svincolandosi dal pensiero logico, rendendolo pronto da recepire: l'intuizione consente all'osservatore di tornare sull'immagine, stabilendo nessi logici, che rendono comprensibili i rapporti definiti dall'autore.
Nell'alchimia dell'arte, il laboratorio è al di sopra della filosofia, anche se necessita di lei, senza la filosofia, il linguaggio dell'arte, sarebbe ammasso caotico di tecniche prive di significato.