Gabbiani e piccioni!
Predatori e predati!
#animalità
Passeggiavo nei pressi di piazza nazionale a Napoli, con l'artista Rossella Matrone, che mi faceva notare una delle immagini più forti, in termini di visualizzazione e figurazione artistica, con le quali abbia mai impattato da sempre, che ben consente a menti aperte e prive di pregiudiziali di comprensione, di focalizzare che tipo di relazione e organizzazione sociale, in qualsiasi tipologia di sistema predatorio animale (e anche quello umano lo è, anche se siamo tutti sapiens) ci sia tra predatori e prede.
Al centro della scena, c'era un piccolo gabbiano che mangiava una carcassa di piccione, e questa è una scena usuale, sulla quale spesso non riflettiamo, quando ci si pone davanti nella nostra quotidianità, e in fondo ci pare rassicurante e familiare, di quante carcasse d'animali ci nutriamo quotidianamente?
La questione della filiera produttiva, non solo animale, è invece qualcosa di più complesso, che non capita spesso di potere osservare con tanta nitidezza:
- Un gabbiano adulto, piazzato da boss era al centro della piazza, che pattugliava da capobranco, mimetizzati tra i piccioni c'erano dei cuccioli di gabbiano, che si nutrivano come i piccioni familiarizzando con loro, in altre parole si stavano addestrando i cuccioli a conoscere, a convivere e a farsi accettare dalle loro prede.
- Ogni qualvolta qualcuno gettava avanzi di cibo ai piccioni, in realtà gettava cibo anche ai piccoli gabbiani che simulavano d'essere piccioni.
Non è affascinante?
Il predatore educa i suoi piccoli a convivere con i piccioni, a cibarsi come i piccioni e a prepararsi a nutrirsi di piccioni all'occorrenza e quando sarà il tempo, a cielo aperto e controllando e pattugliando la piazza: il linguaggio relazionale diventa strumento di mimesi prima, controllo sociale e culturale poi, e riduzione della prosperità dell'altro per il proprio benessere e nutrimento personale a scopo evolutivo (più piccioni ci sono, più gabbiani proliferano nutrendosi del loro cibo e delle loro carcasse a costo e sforzo zero).
Eppure un tempo i gabbiani erano pescatori e cacciatori di mare, (ricordate i pescatori: "i gabbiani puortan' male tiempo" (i gabbiani portano mal tempo), adesso in città come Napoli, si muovono sulla terra dove hanno ottimizzato una filiere produttiva funzionale alla propria evoluzione e adattamento di specie, neanche un falco oggi parrebbe avere la forza e la strategia di un gabbiano.
Vi pare questo un discorso non scientifico soltanto perché nel tempo è stato messo a fuoco da un'artista?
Se nutrite dubbi in tal senso, è soltanto perché non avete assistito oggi per visione in presa diretta, di ciò che ho visto (ben guidato e indirizzato oggi io).
P.S. Niente è più scientifico di una visione di un’artista basata sull'osservazione per presa diretta.