Cornici: icone femminili nel mito e nella musica
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Cornici: icone femminili nel mito e nella musica
Comunicato
Sabato 2 settembre dalle 17.00 alle 20.00, presso la Galleria Polid’Arte in piazza Mazzini 27 a Spoleto, inaugura la mostra pittorica di Nina Razzaboni: Cornici, icone femminili nel mito e nella musica, a cura di Dafne Crocella.
La mostra
Inserita all’interno della 77esima Edizione del Festival della Lirica Sperimentale di Spoleto, la personale di Nina Razzaboni è un omaggio alle figure iconiche femminili del mito e della musica. Partendo dal mito greco e dalle figure di Ipazia, Antigone, Medea e Medusa, la ricerca si spinge fino ai nostri giorni attraversando il teatro e la lirica soffermandosi su personaggi storici e fiabeschi che vanno dalla Callas alla Turandot, fino ad arrivare alla cultura pop con Gloria Gaynor e Janis Joplin.
Fil rouge della mostra è il rapporto che il soggetto stabilisce con la propria cornice. Ogni volta partendo da un’immagine iconica, che possa essere archetipica, fiabesca, o legata alla cultura pop, la Razzaboni ci porta ad osservare il contesto culturale nel quale si è mossa, ossia la cornice e da questa si spinge verso nuovi collegamenti resi possibili proprio dalla rottura, o da un nuovo rapporto che il soggetto, ma anche l’osservatore, stabilisce con la cornice. Chiari esempi sono Antigone, che afferra la cornice in cui dovrebbe essere contenuta e ci mostra come uscirne, o Medea che manifesta il suo travaglio interiore mostrandosi chiusa e al tempo stesso al di fuori della cornice. Così è per Medusa che inizialmente è presentata come soggetto statico inserita in una cornice, indiscutibile simbolo di donna pericolosa, per poi entrare in reazione con la struttura culturale che la vincola e rompendo lo schema, capovolgere il punto di vista, destrutturando la cornice. Solo così Medusa può assumere un nuovo senso ed entrare in dialogo con un nuovo contesto: la nostra attualità.
Tutto è espresso da una tecnica che coniuga figurativo ed astratto. I volti femminili sono circondati e sostenuti da un polimaterico cromaticamente denso, dove i metalli, quali alluminio e rame, si mescolano alle pennellate sottolineando dettagli o sostenendo l’impalpabilità della musica. Ci troviamo così davanti a pagine di partiture o canne d’organo in alluminio, che da un Requiem di Mozart ritornano in un Cry Baby di Janis Joplin.
La mostra sarà visibile fino al 17 settembre da mercoledì a domenica dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 20.00.
Performance inaugurativa
Mèdein/Proteggere di Elisa Bongiovanni
Sabato 2 settembre alle 18.00, durante l’inaugurazione, la performer e autrice Elisa Bongiovanni rappresenterà Mèdein/Proteggere, un’azione performativa in dialogo con le opere in mostra. Attraverso il rapporto con la cornice la Bongiovanni racconterà le storie di Medea, Antigone e Medusa, rifacendosi anche al duplice significato della parola greca Μέδειν: colei che protegge, ma anche colei che esercita un dominio su, esattamente come accade per la cornice che proteggendo racchiude e vincola.
Come arrivare
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