Il Silenzio della Natura - Gli oli di Pasini, Le grafiti di Silvano
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Il Silenzio della Natura - Gli oli di Pasini, Le grafiti di Silvano
Comunicato
Palazzo Del Capitano - Bagno di Romagna (FC)
7 dicembre 2024 – 6 gennaio 2025
Il Silenzio della Natura
Gli oli di Pasini - Le grafiti di Silvano
a cura di Francesca Caldari
Inaugurazione: Sabato 7 dicembre ore 16.30 alla presenza delle autorità
Palazzo del Capitano ospita come quarto ed ultimo appuntamento espositivo di Bagno d’Arte 2024 la mostra “Il Silenzio della Natura” gli oli di Ugo Pasini e le grafiti di Silvano, promossa e patrocinata dal Comune di Bagno di Romagna e curata da Francesca Caldari.
L’evento proseguirà nel format ormai molto apprezzato che vede la contaminazione di tutto il borgo. Alcuni esercizi andranno infatti ad ospitare le opere degli artisti. Si tratterà ancora una volta di un’occasione speciale per incontrare l’arte anche in luoghi non deputati all’arte. Oltre a Palazzo del Capitano infatti i lavori dei Maestri si potranno ammirare presso l’Hotel Tosco Romagnolo, presso Ròseo Euroterme Wellness Resort, le Terme di Sant’Agnese e il Cenacolo Santa Lucia.
La mostra come recita il titolo indaga la natura con gli occhi di due grandi autori cesenati: Ugo Pasini e Silvano. In esposizione nature morte e paesaggi, scelti tra l’ultima e più recente produzione artistica. Il senso di rigore, compostezza e silenzio domina e avvolge le opere dei due Maestri, seppure eseguite con tecniche diverse e risultati finali che sono ben chiari delle proprie cifre stilistiche.
La “natura morta”, la cui espressione deriva dalla traduzione impropria della locuzione olandese still-leven, che letteralmente significa “natura immobile”, è ormai da tutti considerato il soggetto prediletto e identificativo di Pasini, seppure raffinatissimo esecutore di paesaggi, mentre per Silvano l’amore per quest’ultima è cosa più recente da quando la grafite è divenuta strumento prescelto di espressione. Questo genere pittorico che ha radici antiche e ha ispirato e affascinato generazioni di artisti; per Pasini non è un tramite per veicolare messaggi di transitorietà, di “tempus fugit”, di caducità quindi della vita. A lui non interessa affatto stimolare questo tipo di riflessione ma semmai ottenere un senso di incanto e stupore dalla visione delle sue opere; raffigura copiose composizioni di frutta, per rappresentare le quattro stagioni, per cogliere la bellezza e la opulenza tipica del loro alternarsi. I suoi frutti non sono solo frutti, ma diventano oggetti di contemplazione, trasformandosi in volumi che vibrano di nuova energia, con colori che assumono vita propria. Nelle sue composizioni la luce è ferma, fissa, quasi irreale. Dopo anni in cui i suoi oggetti di uso comune, il vasellame, la frutta, i fiori carnosi venivano ambientati in contesti senza tempo e senza luogo, su fondali senza colore, ora nelle ultime composizioni fanno da sfondo bifore dalle quali scorgere infiniti paesaggi. Paesaggi silenziosi, dominati dalle verdi colline cesenati, da un fitto addensarsi di nuvole, dove non ci sono uomini. Una natura che sembra bloccata in una immobilità senza tempo, dalla pittura sobria, delicata ed elegante di Pasini. Nelle opere di Silvano esposte in mostra, Paesaggi e Nature Morte con fiori, realizzate magistralmente con l’utilizzo della grafite, si avverte diversamente una visione fortemente interiorizzata, verso l’astrazione. Nella storia dell’arte, l’ascesa della natura morta a tema floreale può essere ricondotta all’avvento del Naturalismo, intorno XV secolo. Questo genere pittorico si caratterizzava per la sua rappresentazione di mazzi di fiori e ghirlande, composti con delicatezza e arricchiti da suggestivi giochi cromatici. Spesso la selezione dei fiori e dei loro colori aveva un valore simbolico, riflettendo le diverse stagioni dell’anno o concetti religiosi. Le scelte cromatiche non erano casuali, ma ricche di significato: nel Seicento, ad esempio, il giallo, il blu e il rosso erano associati all’ideale di purezza e sacralità. Silvano pare avere un legame con l’antica tradizione e al contrario di Pasini, non è del tutto estraneo al modus operandi dei maestri del passato. Nelle sue opere si avverte una tensione, una raffigurazione del reale che ci trasmette con scene mute e silenziose emozioni e riflessioni sulla fragilità e sull’impermanenza della vita. Le sue nature morte si distinguono sì per la sua grande raffinatezza tecnica ma anche per la capacità di raccontare storie nascoste dietro la semplice apparenza degli oggetti. Il linguaggio di Silvano si caratterizza per fermezza, con colori freschi e puliti; tuttavia, anche quando tutto appare semplice e ovvio si avverte inquietudine e traspare un’atmosfera rarefatta, carica di significati sottesi. Ne ha colto superbamente sopra tutti le caratteristiche umane e artistiche il suo Maestro Alberto Sughi che di lui dice: <<La sua pittura gli assomiglia moltissimo: è ricerca della libertà al di fuori di ogni tendenza convenuta; alle volte il registro è drammatico, altre dolce, quasi elegiaco, in alcuni periodi dà prova di una maestria che sfiora il virtuosismo, in altri adopera una forma più contenuta, più scabra, più poetica>>. Che siano fiori sfatti o ancora perfettamente integri, o scorci di paesaggi, un non so che di malinconico pervade l’opera. I colori, se ci sono, sono tenui, delicati, tutta la composizione è affidata al sapiente gesto grafico che incessante produce un interessantissimo gioco di luci e ombre. Visitando questa mostra il pubblico avvertirà che “la natura morta” è una delle evocazioni artistiche più incisive della vita sensibile. Gli uomini vivono con le cose e vi sono legati, perché le cose rivestono un ruolo essenziale nelle vite e negli immaginari, la natura morta racconta molto di noi e ha molto da dirci. Si tratta quindi di un genere artistico che è più vivo di quanto lasci intendere l’espressione usata per definirlo.
UGO PASINI, nato a San Mauro in Valle nella campagna cesenate, ha iniziato a dipingere verso la metà degli anni ’60 sotto la guida di Alberto Sughi e poi frequentando lo studio cesenate di Osvaldo Piraccini, dal quale viene indirizzato allo studio dell’antico, dell’arte rinascimentale e seicentesca e dei maestri del Novecento. Attratto dall’iconografia morandiana, comincia a dipingere in prevalenza nature morte traendo ispirazione dagli oggetti domestici. Esordisce nel 1969 con una mostra personale alla Galleria Il Portico di Cesena e successivamente partecipa a concorsi regionali di pittura ottenendo notevoli successi; il Premio Cassiano Fenati (1968) e il Premio Campigna (1970). Dai primi anni ’70 svolge intensa attività espositiva. Sue mostre personali si tengono in diverse città, Roma, Todi, Perugia, Spoleto, Cortina, Bologna, Verona, Montecatini Terme, Milano, Firenze, Ancona, Venezia. Una grande rassegna antologica viene allestita nel 1991 presso la Galleria Comunale del Palazzo del Ridotto di Cesena. Tra le esposizioni più recenti, ”Quadri d’armonia” al Palazzo del Podestà di Rimini (2014 – 2015) e alle Pescherie della Rocca di Lugo (2015) e ”Dalla natura al paesaggio” a cura di Orlando Piraccini alla Galleria Comunale d’Arte di Cesena (2017), “Quadri minimi” è il titolo della mostra alla Galleria “A Casa di Paola” di Forlimpopoli (2020) e al “Grifondoro” di Rimini (2021). E’ del 2023 la mostra “Ugo Pasini. Nature”, promossa dal Comune di Brisighella, dal Museo Giuseppe Ugonia e dall’Unione della Romagna Faentina.
AURELIO BARDUCCI (SILVANO), nato a Cesena nel 1946, mostra un precoce talento per la pittura, iniziando giovanissimo all’età di soli 13 anni, a frequentare lo studio di Alberto Sughi, uno dei maestri più significativi della pittura contemporanea. Il Torrione Malatestiano in Piazza del Popolo a Cesena, luogo di ritrovo di artisti, scultori, registi e critici, diventa il suo primo laboratorio di formazione. Qui, Silvano sviluppa uno stile inizialmente influenzato dal realismo di Sughi, dedicandosi a soggetti e temi legati alla vita quotidiana e alla cronaca. Nel 1962, a soli 16 anni, Silvano riceve il suo primo riconoscimento pubblico al “Premio Cassiano Fenati”, promosso dalla Banca Popolare di Romagna. Tra le esposizioni più recenti, quella del 2017 ad Atene con la collettiva “La Città viva”. Nel 2018 sempre ad Atene con la collettiva di incisioni, “L’incisione come momento sociale”. Nel 2019 a Cesenatico a Casa Moretti si tiene la presentazione del libro d’artista con poesie di Stefano Simoncelli e chine di Silvano. Nel 2024 a Capalbio Scalo espone alla Galleria Temporanea. Negli ultimi anni, Silvano si dedica sempre di più a disegnare con la grafite come strumento di indagine analitica nel contesto naturale. Questa fase riflette la sua continua ricerca di libertà artistica e la sua capacità di alternare uno stile virtuosistico a un’espressione più contenuta e poetica. Aurelio Barducci Silvano, con una carriera che abbraccia più di sei decenni, è diventato una figura di rilievo nell’arte italiana contemporanea.
SCHEDA TECNICA:
Il Silenzio della Natura - Gli oli di Pasini - Le grafiti di Silvano
a cura di Francesca Caldari
Palazzo del Capitano, Via Fiorentina, 38 - Bagno di Romagna (FC)
7 dicembre 2024 – 6 gennaio 2025
Orari: sabato 15,30 - 18,30
domenica ore 10.30 - 12.30 e 15,30 - 18.30
8 dicembre, 26 dicembre, 6 gennaio: 10.30 - 12.30 e 15,30 - 18.30
Hotel Tosco Romagnolo, Via del Popolo, 2/ Ròseo Euroterme Wellness Resort, Via Lungosavio 2/ Terme di Sant’Agnese, Via Fiorentina, 17/Cenacolo Santa Lucia, Via Santa Lucia, 10
Ingresso gratuito
Per Informazioni: francescacaldari@libero.it
Come arrivare
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