Bauhaus 100: imparare, fare, pensare
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Bauhaus 100: imparare, fare, pensare
Comunicato
A cent’anni dalla fondazione della scuola che ha rivoluzionato il design e l’architettura, una mostra, curata da Aldo Colonetti, che vuole recuperarne la memoria storica e ripensarne le influenze nel futuro. “Bauhaus 100: imparare, fare, pensare” desidera individuare ciò che è rimasto di quello spirito rivoluzionario e interrogarsi se è ancora possibile progettare mettendo al centro “le idee” e non “le cose”.
Macerata è il luogo ideale: uno dei pochi italiani che hanno frequentato il Bauhaus negli anni Trenta è Ivo Pannaggi, artista maceratese, poliedrico innovatore. Fino al 3 novembre nel museo civico di Palazzo Buonaccorsi, Palazzo Pellicani Silvestri, ex sede della Banca d’Italia, e la biblioteca comunale Mozzi Borgetti, la mostra animerà il centro storico cittadino con esposizioni e attività ed eventi collaterali.
Il progetto culturale vuole essere non solo una ricostruzione dei fatti e degli avvenimenti. Bauhaus 100: imparare, fare, pensare” vuole essere un dibattito di idee nell’organizzazione e nella definizione della “cultura materiale”, ovvero tutto ciò che rende possibile un’esistenza più razionale, senza dimenticare il ruolo fondamentale del pensieri e delle arti, strumenti necessari per tentare di disegnare il futuro. Una mostra diffusa tra più sedi che presenta sullo stesso livello le collezioni storiche e le installazioni di artisti che guardano al futuro. “Bauhaus 100: imparare, fare, pensare” è promossa dalla Regione Marche, dal Comune di Macerata, Macerata Musei ed è organizzata da Sistema Museo con la collaborazione di ADI Associazione per il Disegno industriale – Delegazione Marche, Abruzzo, Molise, Centro Studi Pannaggi, Comune di Esanatoglia, Confindustria Macerata, Confindustria Marche, Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata, MEET, centro internazionale per la cultura digitale di Milano con il supporto di Fondazione Cariplo, Associazione Culturale Il Paesaggio dell’Eccellenza.
Nell’aprile del 1919 un volantino annunciava la fondazione di una nuova scuola con l’obiettivo di unificare l’Accademia delle Belle Arti e la scuola di artigianato artistico di Weimar. Dopo 100 anni, l’insegnamento del Bauhaus rimane vivo, soprattutto nella sua vocazione di relazionarsi con il sistema produttivo e le sue dimensioni politiche e sociali.
Le Marche rappresentano un grande laboratorio unico sul piano territoriale. In particolare quel modello di sviluppo economico che Giorgio Fuà ha analizzato, descritto e reso noto in tutto il mondo e che, con le sue parole, potrebbe definirsi “industrializzazione diffusa senza fratture” dove le Marche e soprattutto Macerata non dimenticano mai la funzione fondamentale delle arti, dalla pittura all’architettura, dal teatro all’opera.
Sedi espositive
Il progetto espositivo è curato da Baldessarri Baldessarri. La mostra si articola in tre momenti, tra il museo civico di Palazzo Buonaccorsi, la Biblioteca comunale Mozzi Borgetti e Palazzo Pellicani Silvestri, ex sede della Banca d’Italia.
Il museo civico di Palazzo Buonaccorsi ospita un percorso che parte da una suggestiva installazione luminosa ispirata ai colori del Bauhaus e curata da iGuzzini illuminazione, sponsor tecnico, e propone al primo piano i documenti fondativi originali del movimento, selezionati dalla preziosa collezione di Italo Rota, che ne è anche curatore. In mostra le storiche testimonianze per raccontare come il Bauhaus si è presentato al mondo per riuscire nella sua missione innovatrice.
Al secondo piano, sei opere di Alfredo Bortoluzzi, artista impegnato alle origini del Bauhaus, che introducono in un suggestivo confronto con la sezione permanete dedicato a Ivo Pannaggi, pittore e architetto maceratese che ha frequentato la scuola di Walter Gropius fino alla sua chiusura voluta da Hitler nel 1933.
Nelle Sale dell’Eneide e di Ercole è allestita la sezione curata da Maria Grazia Mattei di MEET, centro internazionale per la cultura digitale di Milano, e intitolata “Digital Landscapes Corpo linguaggio azione”. Attraverso quattro installazioni di altrettanti creativi internazionali si indaga la relazione tra analogico e digitale che la scuola tedesca ha saputo intuire. Il percorso rintraccia alcune caratteristiche fondative comuni che legano il movimento artistico nato nel 1919 alla contemporaneità digitale, come interdisciplinarità, sperimentazione di nuovi linguaggi espressivi e ibridazione di competenze tecnologiche e umanistiche con finalità non solo creative, ma anche produttive.
A Palazzo Pellicani Silvestri, ex sede della Banca d’Italia, è protagonista il paesaggio dell’industria marchigiana, in un percorso fotografico, curato dall’associazione culturale Il Paesaggio dell’Eccellenza, a cura di Alessandro Carlorosi, che racconta per immagini la relazione stretta tra industria e territorio. Da metà settembre il palazzo ospiterà “Lightness”, una grande installazione di Alberto Meda con la collaborazione di Francesco Iorio, con una serie di progetti di giovani designer della regione, curata in collaborazione con Adi, associazione per il disegno industriale – delegazione Marche, Abruzzo, Molise.
Nella biblioteca comunale Mozzi Borgetti è esposta “L’Officina de Lettura”, una sorta di Bauhaus attuale. In mostra una serie di copertina della rivista culturale “La lettura” del Corriere della Sera a cura di Antonio Troiano e Gianluigi Colin. La Lettura interpreta da sempre la cultura come l’insieme di tutte le attività creative e progettuali, per cui la sua filosofia fa riferimento alla lezione del Bauhaus. Sono presenti, tra gli altri, disegni di Renzo Piano, Patti Smith, Mimmo Jodice, Mario Bellini, Mimmo Paladino, Brian Eno, John Berger, Alessandro Mendini, il tutto proprio nello spirito della scuola tedesca.
Info www.macerataculture.it
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