Salvo ferrante
ARTISTA POLIMATERICO Salvo Ferrante nasce a Menfi (AG) ora vive a Milano. Da una formazione artistica multiforme segnata dagli incontri di gradi maestri del novecento fonde i linguaggi di teatro, pittura, video, scrittura. Dalla PAROLA alla FIGURA dalla PITTURA al TEATRO Sono lunghi e tortuosi i percorsi che portano all’arte non importa da dove ci si arriva, ma da quali strade ci sei arrivato dalle chimere dei sogni o dall’angoscia del tuo tempo La musa assopita, la malinconia di Durer e la maledizione dell’arte sono scritte nel silenzio… Nell’ 85 mi diplomo a Firenze all’Accademia di belle arti in scenografia, sperimento linguaggi dell’arte figurativa, del teatro e della scrittura. Mescolo i generi con alchemica simbologia. 10 anni d’opere imballate in scatole e sepolte in cantina dopo 25 anni le voglio svelare Non ho un progetto cronologico lineare. Da anni cerco l’incipit della mia vita nella forma dell’arte, lo colgo dal mondo “decadance” della nostra era moderna, dall’arte, dalla tv, dai fumetti, applicando alla cultura alta la decodificazione pop dell‘immediatezza e la smitizzazione del messaggio Esploro gli eventi, la cronaca, il disagio sociale e li rifletto nell’opera del mio mondo artistico, non limitandomi alla sola pittura. All’interno delle mie composizioni introduco oggetti di scarto, l’opulenza del superfluo, elementi tratti da contesti religiosi e politici. L’alienazione umana come radiografia di un mondo precario alla deriva. Post pop, new dada sono il background delle mie combine painting senza alcun intento alla dissacrazione o alla polemica semplicemente contestare la realtà d’ogni giorno. Apro le vie dell’inconscio e risveglio i demoni nascosti . …”L’utilizzo di riferimenti simbolici del linguaggio dell’inquieta galassia i cui referenti sono immersi in uno stato di perenne disordine, drammatica implosione dei segni e dei codici. Nei suoi interventi polimaterici la presenza di differenziati elementi, tratti dalla biografia personale o da contesti religiosi, sociali, culturali è evocatamente trasformata da liberi accostamenti metamorfici d’assemblages novorealistici. La spontanea espressione dell’arte popolare siciliana degli ex voto strutturata tecnicamente in operazioni multimediali, assimilabili al New-Dada di Raushenberg …” cosi scrisse di lui il critico Aoristias su Artecultura per LA MISTICA DEL VUOTO mostra personale di Salvo Ferrante 8-18 dicembre 1993.