Donelli Gabriele
Nasco nel 1953 in un'antica cascina un poco distante dal paese di Castelvetro Piacentino. Rammento ancora molto bene com'era il luogo e l'atmosfera di quei tenpi là, e in maniera pressochè speciale ricordo i numerosi e singolari individui che intravedevo lungo quella tipica strada un pò sgangherata e da asfaltare che conduce al fiume, o meglio ancora nel cortile di casa mia. Grazie a queste notevoli doti naturali nel disegnare e a dipingere, a quattordi anni, in un nebbioso e tardo pomeriggio verso la fine di gennaio, inizio a frequentare una vecchia soffitta adibita a studio d'un artista molto in gamba: Giacomo Malfanti. In quella stanza umile e polverosa, tra il fumo denso delle tante sigarette e l'odore dell'acquaragia resto alquanto affascinato da come "il pittore di Monticelli d'Ongina" colloca qua e là in un semplice motivo legato al paesaggio certi pigmenti a olio dall'aria tenue e peculiare. Osservo quello stile di vita, quel modo silenzioso e appartato di far vivere l'arte. Giacomo Malfanti detto " Pace" nel trascorrere degli anni è rimasto più o meno attaccato al proprio mondo, del resto sono così anch'io, però anche abbastanza indicato a scoprire atteggiamenti nuovi a seconda di come m'interessa. In quegli annI avverto spesso la voglia romantica di vagabondare nei paraggi, a cercare appunto lungo i sentieri della campagna di abbozzare con la matita e i fogli da disegno una veduta che abbia quel senso di lieve solitudine da renderla inconfondibile. Poi verso la seconda metà degli anni settanta trovo quasi per caso una maniera alquanto originale per rappresentare alcune sensazioni interiori, nascono infatti "le composizioni". Queste sono vincolate qua e là ad un evento a carattere musicale, e uso spesso e volentieri i pastelli come se dovessi in qualche misura ritornare a quando ero ancora un bambino. Trasmettono a volte qualcosa che rammenta appunto il fare suggestivo della leggerezza, quanto una circostanza dolce e strana. Negli anni ottanta dipingo ancora soprattutto paesaggi, però avverto maggiormente la scrittura, compongo infatti parecchi racconti e molte poesie. All'inizio degli anni novanta, dopo varie esperienze artistiche e parecchie mostre, leggo in modo particolare certi filosofi, Martin Heidegger, Jean Paul Sartre, e finalmente grazie comunque a questi interessanti autori trovo l'ispirazione, qualcosa che può andar bene. E sono appunto codesti singolari ritratti a volte strani, in altre situazioni consueti, dipende necessariamente da molteplici fattori a carattere esistenziale. Ho esposto in passato in numerose località italiane. Ricordo con un pò di nostalgia la notevole rassegna tenuta nella città di Lodi : due lunghi e assai fecondi mesi d'inverno trascorsi in quel caratteristico borgo nei pressi dell'Adda. Gli anni novanta sono pieni di creatività. Nasce infatti una valanga di ritratti. Stranezza ed eleganza sembrano gli aggettivi più indicati a sottolineare l'essenza della raffigurazione, ed è chiaro che durante la scoperta e l'evidenza del carattere l'intuizione è la principale protagonista di tale circostanza emotiva e pittorica. Durante quegli anni assai ricchi di entusiasmo ho eseguito di preferenza il ritratto a certi personaggi dell'arte e della letteratura come Pablo Picasso, Alberto Moravia, Jean Dubuffet, perchè tali individui erano molto originali e stravaganti e quindi avevano delle notevoli qualità interiori. In questo inizio del duemila arriva una maggiore riflessione, anche il modo di fare arte ne risente, riscopro "le composizioni" e trovo del resto una maniera nuova per rappresentare alcuni stati d'animo, sono faccende alquanto originali vincolate a volte a dei gesti. Infatti questi particolari motivi sono pressochè delle evoluzioni a carattere metafisico, e l'intenzione poetica che affiora qua e là si riveste di occasioni ermetiche, quanto situazioni ormai lontane nel tempo e nel ricordo. In seguito giunge anche la voglia e la necessità di fare un libro sull'arte, e tale faccenda avviene all'incirca nei primi anni di questo secolo. Anche perchè se considero la vastità degli interessi, elementi di fisiognomica intravisti in una dimensione soggettiva, alcune tematiche di storia dell'arte, e quell'approccio continuo a disegnare, a studiare codesti singolari personaggi, insomma ad un certo punto ho desiderato scrivere anch'io qualcosa a riguardo, e così ho progettato e redatto un'ampia e particolare monografia sul ritratto. Finalmente dopo varie stesure raccolgo in un libro alcuni racconti lunghi e meravigliosi usando un modo di narrare semplice, dove ogni tanto compare qualche breve situazione dall'aria divertente: "Una cartolina da Venezia e altri racconti": Anche le numerose poesie composte in passato trovano una sistemazione adeguata nei "Canti azzurri": un titolo abbastanza suggestivo che spesso e volentieri rammenta la natura di questi stupendi versi.