dolomiti contemporanee
dolomiti contemporanee è nato ad agosto 2011. le dolomiti erano da poco divenute bene unesco, patrimonio dell’umanità. dolomiti contemporanee è un riconfiguratore spaziale, e concettuale. attraverso l’arte. le dolomiti sono lo spazio, fisico e concettuale, su cui si è deciso di applicare uno sguardo critico, riattivatore (l’approccio critico è riattivatore). le dolomiti non si determinano affatto come un luogo (atrofico) del turismo. costituiscono piuttosto uno uno spazio culturale, e mentale, e una palestra sperimentale. si è deciso di non coltivarne affatto una dimensione/visione contemplativa, ma di utilizzarne il potenziale di verticalità. abbiamo individuato, misurato, selezionato, una serie di siti dal forte potenziale, depressi. siti industriali, fabbriche abbandonate, ai piedi delle guglie dolomitiche, piantate tra le pareti rocciose. questi siti vengono riattivati, attraverso l’arte e la cultura. un programma strategico d’azione ha consentito di creare una rete articolata e vasta di supporto al progetto, costituita da oltre un centinaio di soggetti pubblici e privati. il programma prevede l’occupazione temporanea dei complessi individuati, che vengono trasformati in centri espositivi. al loro interno, si attivano le residenze, in cui vengono ospitati gli artisti. oltre 100 nei primi due anni di attività. la fabbriche, chiuse da anni o decenni, riaprono dunque come centri di produzione culturale ed artistica. generalmente, esse vengono riattivate durante la stagione estiva. l’attività che vi si svolge è documentata in questo sito. all’interno delle fabbriche, gli artisti lavorano in rete con le decine di aziende partner, che forniscono agli artisti i materiali, i supporti alle lavorazioni, l’assistenza, per realizzare le opere. chiamiamo questo rapporto osmotico “produttivo culturale”. l’attività espositiva risuscita dunque la fabbrica, che torna a vivere. quando, dopo averla abitata per alcuni mesi, e avervi realizzato alcuni cicli espositivi, a fine stagione l’abbandoniamo, la fabbrica è diversa da prima. in virtù dell’azione prodottavi, essa è tornata appetibile, anche a livello commerciale. quindi, viene riaffittata. in tal modo, l’arte ha dato prova di poter dare impulso al territorio, riattivando aree dal grande potenziale, che giacevano in stato necrotico. l’arte è utile. con l’arte si mangia (per chi ha fame, e tempo di masticare). con le chiacchiere, no.