annalisa.parisii
Nata in Italia nel 1961, fin da giovanissima Annalisa ha avvertito una forte vocazione per la pittura:«Ho sempre avvertito la necessità di esprimere me stessa attraverso disegno e colore: ho iniziato a disegnare fin da bambina, e per me questo ha sempre avuto un aspetto ed una funzione catartica, un mondo esclusivamente mio dove potermi liberare delle ansie e allo stesso tempo dar sfogo alla mia immaginazione.»
Ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Bologna e quella de L'Aquila, intraprendendo successivamente una personale ricerca riguardante alcuni aspetti dell'Iperrealismo, della Pop Art, e di un certo linguaggio surrealista. A seguito di questa fase di studio e riflessione il suo linguaggio artistico ha adottato un nuovo angolo prospettico, una visione originale basata su una rivalutazione della realtà attraverso la poesia: dalle composizioni di still life raffiguranti oggetti contemporanei di uso quotidiano come poltrone, bottoni, pennelli da barba, per poi passare alla rappresentazione quasi onirica di paesaggi, l'azione pittorica trasforma la geometria della tela in un luogo di meditazione dove lo spirito riconosce i propri archetipi.
Il fondamento della visione creativa di Annalisa Parisii, il suo leitmotiv, consiste nella costante ricerca di una verità celata, di un mistero nascosto, in definitiva di una qualche forma di poesia così necessaria alla sopravvivenza umana, cioè alla capacità di trovare sempre una via d'uscita ed una reinvenzione del sé. Ciò è particolarmente evidente nelle opere più recenti, dove guanti di gomma, vasi e bottiglie di vetro - in sostanza oggetti quotidiani solitamente attribuiti ad un universo femminile tradizionale – trascendono il proprio significato e la propria funzione allo scopo di aumentare precisamente il valore del ruolo di genere. In tal modo l'individuazione e la scelta di utensili specifici, e il loro collocamento all'interno di contenitori di vetro intesi come teche permette allo spettatore una contemplazione privata che sfocia nel tipo di reverenza riservata al culto di sacre reliquie. La stessa reverenza ispirano le figure femminili racchiuse nei barattoli di vetro i quali, come le vetrine di un museo, preservano la figura femminile staccandola dalla realtà fisica circostante per condurla ad una sublime elevazione.
En
Born in Italy in 1961, since the early age Annalisa showed her calling towards painting: «I always had the necessity of express myself through drawing and color: I have been sketching since my childhood, and to me it has had a cathartic aspect and purpose, as my own specific world where I could free myself of angst and imagination.»
She attended the Academy of Fine Arts in Bologna and L’Aquila, undertaking afterward her own personal exploration of certain themes related to Hyperrealism, Pop Art, and Surrealistic language. Following such phase of study and reflection her artistic language has taken on a new perspective grounded in a poetic reassessment of reality: Starting from still life compositions, representing contemporary, daily use objects like armchairs. buttons, shaving brushes, and then shifting to the depiction of an almost oneiric natural scenery, the act of painting transforms the geometry of canvas in a meditation place, where the Soul acknowledges its archetypes.
The basis of Annalisa Parisii's creative vision, its leitmotiv, consists in a persistent pursuit of some concealed truth, some hidden mystery, essentially some poetry so needed to human survival, that is the ability to always find a way out as well as a reinvention for the self. This is particularly evident in the latest paintings, where rubber gloves, glass jars and bottles - basically everyday objects usually ascribed to a traditional female universe – transcend their meaning and function in order to enhance precisely the value of the gender role. Thus the choice and isolation of specific utensils, and their placement inside glass jars as showcases, allow the viewer a private contemplation, which bursts in that sort of reverence we devote to the worship of sacred relics .
The same observance recurs to the female figures sealed inside glass jars which, like museum's showcases, preserve the human form in detaching it from the surrounding physical reality and leading it to a sublime elevation.