ho una vaga idea di quello che voglio fare prima di cominciare. non ho preconcetti. non seguo un percorso preciso. non c'e' nulla di intenzionale, piuttosto la ricerca di percorsi nascosti nella superficie di fondo. mi affascina la serialita' del lavoro, la ripetitività' e i piccoli preziosi sbagli che aprono a nuove prospettive inattese.
i miei quadri sono informali, non oggettuali ma vitali. mi piace il gesto e il segno che lascia, ma allo stesso tempo cerco dove possibile di eliminarlo.
tengo appunti che rimangono a maturare intoccati per lunghi periodi; certi prendono forma e si sviluppano, altri rimangono confinati in piccoli quaderni in attesa che arrivi il loro momento.
la mia pittura e' concreta e si concentra sulla relazione fra il colore, lo spazio e il tempo. l'acquerello e' il mezzo che preferisco in questo momento: e' veloce, trasparente e permette una molteplicità' di cromatismi. richiede concentrazione e un distacco sufficiente a lasciare che accadano quegli incidenti non guidati ma seguiti che portano al quadro finito.
la carta e' il mio supporto per eccellenza, soprattutto quando porta il segno del lavoro dell'uomo.
la malattia ha certamente giocato un ruolo importante nello sviluppo del mio lavoro. ha forzato la mia maturazione e aiutato a raffinare il linguaggio, portandomi a scegliere un percorso vitale e positivo per contrastare la prospettiva di un'assenza di futuro.
il futuro e' un'idea che cerco senza affanno nel tempo presente, nella sua concretezza sospesa.