Laura Mircea
LAURA MIRCEA
Nata in Romania il 09/06/1979
I miei dipinti non rappresentano delle cose, ma è una cosa; non racconta la realtà, perché in se stessi sono realtà.
L'aspetto dell'arte informale per me è la solitudine dell'artista con la quale tenta di tenere un colloquio impossibile, cioè disumano, vivendo l'esperienza pittorica in modo nuovo, con un coinvolgimento corporeo totale.
Prediligo la libertà del segno che viene inserito nella tela in maniera arbitraria ed impulsiva per poi concedere spazio a tutti gli altri che si vanno ad incastrare ad esso attraverso un processo di movimento e rapidità. Le opere mostrano linee spezzate, esplosioni di pittura e colore, colori altamente contrastanti e, in alcuni, lo sfondo forma un'impressionante profondità di colori cavernose.
Dallo stile informale una pittura dinamica, vivace, plastica e cromatica, eseguita a spatola e a pennello, sempre con la tecnica e l’impiego di colori ad olio, smalti, pastelli e tinture acriliche.
In quelle magiche composizioni che attirano in un universo sconosciuto, prendono vita segrete armonie.
Non amo i facili successi, né voglio affidare la mia conoscenza alle remore di una esistenza tranquilla.
Inserita vivamente in questo tempo, sento l'ungere dei problemi della vita attuale.
Ho iniziato faticosamente il mio cammino, guardandomi molto attorno, ma rifuggendo coscientemente dalle tentazioni di seguire correnti dominanti nella pittura troppo spesso ingenui e superficiali nelle realizzazioni.
La pittura per me è nata dal contatto della vita, e da una visione provocata, suggerita e quasi imposta dalla nostra era.
Il colore denso, meditato, severo è il mezzo di cui mi servo per esprimere il mio mondo per dar vita a visioni quasi sempre portate per cogliere l'immagine.
L'influsso della pittura si fa sentire profondamente, un influsso ben chiaro che si innesta nella visione, si attua attraverso i gesti che riescono a manifestare la vibrazione, la lontana risonanza della forma e la compartecipazione del colore.
Il colore crea, impasta, esalta e tradisce la forma, con un potere tutto suo, che si può accettare o negare, ma che ha una forza che non si può disconoscere.
Sono quadri da cui traspare un grande senso drammatico di una spazialità volumetrica, multiformi apparentemente si disvelano subito, ma poi, una volta che si sia individuata la loro personalità, cominciano a raccontare una miriade di storie, un moltiplicarsi all’infinito di spazi che sfuggono alle regole correnti.