LOBODILATTICE

La “metafisica concreta” negli scatti di Giovanni Maria Sacco in mostra a Milano

E’ in programma giovedì 14 novembre, alle ore 18.30, negli spazi di Still Fotografia di Milano, la mostra fotografica “Metafisica concreta” di Giovanni Maria Sacco (Roma, 1954). L’esposizione, a cura di Benedetta Donato, si snoda in un corpus di opere formato da 30 scatti in bianco e nero che compongono il nuovo libro fotografico di Sacco (Roma, 1954), edito da Contrasto. La poetica dell’autore è caratterizzata dallo “studio d’insieme di tutte le cose che esistono” (l’essere), reso attraverso ritratti di luoghi, paesaggi e architetture e che, come sottolinea la curatrice, “restituisce una sintesi raffinata tra il pensare metafisico e il saper vedere oltre la realtà per come appare”.  Il paesaggio architettonico italiano è al centro del lavoro di Sacco, nell’ambito di un’incessante ricerca esistenziale.

Attraverso il rigore minimalista di alcuni dei più importanti edifici razionalisti italiani, fotografati nel corso degli anni su pellicola di grande formato, l’autore evidenzia l’atemporalità di questi “archetipi architettonici”, conducendo il fruitore alla riflessione sulla precarietà esistenziale. I paesaggi architettonici di Sacco sono “silenziosi” e dominati dall’assenza di ogni forma di vita. Come scrive il fotografo nel libro: “La realtà delle cose è indipendente dalla presenza di osservatori e, ne sono convinto, assolutamente indifferente all’umanità”. “La metafisica – spiega Sacco - si occupa di ciò che sta al di là dell’universo fisico che noi percepiamo. In questo contesto, uno degli aspetti rilevanti, e quello che mi interessa di più nella mia produzione fotografica, riguarda l’essenza delle cose, ossia come le cose sono realmente oltre l’apparenza. È evidente come ciò non possa essere descritto a parole, ma solo con metafore. Ed è quindi con metafore che ho cercato di descrivere quella che, per me, è la metafisica, e come dice il titolo, una metafisica concreta. Un ossimoro, perché la metafisica trascende la percezione e non può quindi essere concreta. La traduzione inglese del titolo, Concrete Metaphysics, presenta un ulteriore aspetto di queste metafore. Concrete, infatti, significa sia concreto sia cemento. Metafisica di pietra, dunque”.

L’itinerario di “metafore concrete”, proposto nel libro e nella selezione di immagini in mostra, documenta diversi luoghi, opere e paesaggi tra i quali Borgo Schirò a Palermo, il Cretto di Burri a Gibellina Nuova, la Piramide del 38° Parallelo di Motta d’Affermo a Messina.

La mostra, a ingresso libero, è visitabile fino al 31 gennaio 2025. Orari: dal martedì al venerdì 15-19. Info: tel. 02.36744528 – mail: info@stillfotografia.it - www.stillfotografia.it