L'arte per una resistenza umana globale!
Le arti visive, che preferisco chiamare maggiori, sono biologicamente collettive e connettive, ma sono anche individuazione individuale.
Incredibilmente quello che i nati dopo il 2000, legano emotivamente a social e app varie, è da sempre presente nel nostro linguaggio Madre (quello dell'arte).
Nei social network cosa siamo, se non l'io parte di un tutto?
Il nostro io parte di un tutto, è da sempre nelle arti maggiori che ci hanno condotto sin qui.
I linguaggi delle arti maggiori, proprio come quelli delle tecnologie media integrate, sono fatti d'emozioni e istinti, che involontariamente turbano la nostra attività cosciente (emotivamente e culturalmente).
Dei nostri intimi e insondabili aspetti, sono nei social network come nei linguaggi delle arti maggiori.
Su un linguaggio artistico interagiamo, ci dividiamo o lo condividiamo, proprio come se fossimo su una piattaforma social. Il linguaggio dell'arte è il pensiero e l'azione che faremo, è ciò che patiremo oggi e domani.
Gli artisti sui social paiono fuori dal tempo nei loro dialoghi, vi racconto un segreto (tanto chi mi legge?), spesso vado a rileggermi (e rivivere?) dei dialoghi privati con amici artisti morti (come Gennaro Cilento, Feffo Porru, Ezio Bosso e tanti altri che ci hanno lasciato nel tempo), sembrano vivi, ibernati, dialoghi scolpiti nel messaggero digitale.
Ma nelle arti maggiori quale valore aggiunto troviamo rispetto le arti mediaintegate (Cryptoart)?
Sono tutta la nostra storia, sono segni letti e interpretati che alimentano la nostra psiche da millenni, sono dovunque e comunque si determinano, la sintesi della nostra storia di sapiens su questo pianeta.
Nei social l'inconscio ci aggredisce, ci toglie spazio e tempo, nei linguaggi dell'arte vive con la nostra natura da decine di migliaia d'anni, lo generiamo noi e lo connettiamo agli altri.
A intervalli regolari, per esigenze storiche imposte, globalizziamo in forma intermediata il nostro codice di comunicazione originario, che è nel nostro primo linguaggio condiviso ma individuale, che connette sensorialità biologicamente umane oltre lo spazio tempo, esclusivamente attraverso lo stile e dei simboli che determinano misteriose e alchemiche connessioni.
Gli artisti che verranno, dovranno conoscere e comprendere tutto questo, se vorranno autodeterminare il loro lavoro e il loro pensiero critico, creativo, trasversale e laterale a tutto ciò che è imposto e linguisticamente limitante, per questo la formazione e l'Alta formazione artistica, oggi come non mai, in ogni luogo umanamente artisticamente e culturalmente interconnesso, sono uno strumento locale di resistenza umana globale.