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L'artista tecnico è come la terra piatta!

L'artista tecnico è come la terra piatta!

Tutte le immagini determinate dalle arti maggiori (che oggi chiamiamo visive o figurative) sono un nostro biologico ideogramma, sono il software e algoritmo comune che ci consente di distinguerci dall'altro in un territorio evolutivo comune (quello dei sapiens).

Le arti maggiori (pittura e scultura), consentono di rappresentare contenuti complessi e connetterli all'altro, e anche quando non si comprende il contenuto (talvolta capitata anche allo stesso artista guidato dal suo istinto d'orientamento nella complessità), arriva qualche altro osservatore che si connette con il linguaggio che lo rivelerà.

Chi dipinge e scolpisce, senza l'ausilio di hardware, software e media integrati digitali, sa bene come anche con un progetto predefinito, quella stessa immagine progettata ti guida, quasi come se s'affermasse con il suo contenuto in autonomia sulla tecnica.

Di-segniamo e in-segniamo da sempre da più di 40000 anni, in origine erano cerchi, poi mandala, la prospettiva come forma simbolica che cosa è, se non uno spazio bifocale che attraverso un punto d'osservazione quadra un cerchio visivo?

Qual'è la mia teoria nel 2022, a quasi mezzo secolo di vita su questo pianeta?

Che abbiamo inciso nel nostro codice genetico, un codice biologico dell'arte, un software calibrato sull'osservazione e l'ascolto del cosmo, questo ci ha consentito l'evoluzione:

Una rappresentazione artistica individuale che sa essere patrimonio comune, codice di comunicazione con il Sé, che sa rivolgersi verso l'altro e l'altrove è tatuato nella nostra memoria originaria, l'utilizziamo naturalmente (talvolta istintivamente) come sonda cognitiva a tutela dell'umana sensoriale percezione.

Social network e strumenti mediaintegrati (ma anche mediatici di massa) ci vorrebbero tanti "IO" che esistono soltanto imponendosi sugli altri, le arti maggiori invece determinano il "Sé" e armonizzano la comunicazione cosciente!

L'artista non può essere un tecnico e neanche un professionista, il linguaggio dell'arte è terapeutico (per gli artisti e per chi osserva il loro lavoro) solo se si ha la forza di sondarne la profondità ricercandola, l'artificio tecnico o l'imitazione Accademica, per quanto apprezzati dalla plebaglia, allontana Artisti e osservatori da una reale connessione, attiva e partecipata su quanto avviene intorno, e con la consapevolezza che la terra sia tonda, la si vivrà in maniera piatta!