Filiberto Sbardella, la terra è di chi la coltiva - Ritorno a Palestrina
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Filiberto Sbardella, la terra è di chi la coltiva - Ritorno a Palestrina
Comunicato
Entra ufficialmente nel Programma dell'Estate Prenestina 2021 il Progetto Espositivo Itinerante, ideato e curato dal sociologo Pasquale Biagio Cicirelli e dall'architetto Claudio Gatti, e dedicato al maestro Filiberto Sbardella.
La mostra - dopo le tappe già presentate a Latina, Viterbo, Cervia, e Guidonia - giunge nella città di Palestrina grazie alla indispensabile collaborazione della sua giovane Sezione ANPI, e con il Patrocinio dell'Amministrazione Moretti, della Pro Loco, e della Ass.ne Praeneste Eventi.
L’esposizione presso la Sala Borghesani dal 13 al 18 luglio, racconterà la vita e le opere del talentuoso e poliedrico personaggio che, nato a Palestrina nel 1909, dopo gli studi presso l’atelier del pittore orientalista Gustavo Simoni e del maestro dell'encausto Tito Venturini Papari, negli anni trenta diviene un artista riconosciuto soprattutto per le sue grandi tempere murali e le sue opere musive.
Filiberto Sbardella infatti, diplomatosi all'Accademia di Brera, partecipa a diverse edizioni della Triennale di Milano, della Biennale di Venezia, della Quadriennale di Roma, collaborando con maestri come Gio Ponti, Gian Paolo Lazzaro, Piero Fornasetti, e frequentando artisti come Giacomo Manzù, Giuseppe Pagano, Francesco Coccia, Aligi Sassu, Renato Guttuso, Gerardo Dottori, Marcello Gallian, Goffredo Petrassi (col quale nel 1946 fondò una rivista culturale), e i futuristi come Mario Sironi ed Enrico Prampolini.
Ma l'attività artistica di Sbardella vede una brusca interruzione durante la seconda guerra mondiale: egli infatti, richiamato nella capitale dai fratelli Mario e Francesco, diviene uno dei maggiori esponenti della Resistenza Romana, assieme a Orfeo Mucci, Francesco Cretara, Aladino Govoni, Antonino Poce, Matteo Matteotti, Felice Chilanti, Carla Capponi e Sandro Pertini (dei quali diventerà intimo amico), Carlo Lizzani e tanti altri.
Nel dopoguerra Filiberto Sbardella riprende la sua attività artistica virando lentamente verso una nuova professione altrettanto prolifica: l'architettura. Egli infatti, dopo la laurea, collaborando con progettisti come Begnotti, Petrangeli, Pasquali, Cioppi, esegue lavori di notevole rilievo, come il Comprensorio PEEP nel quartiere Labaro di Roma, la sede della Regione Marche a Pesaro, l'Impianto polisportivo Comunale di Chianciano Terme, la scuola sindacale CGIL di Ariccia, la sede del PCI di via dei Frentani a Roma, il Piano Regolatore di Sofia e tanto altro, infaticabilmente fino alla sua morte nel 1983.
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