Abraham Sidney, Onirica - Albero Zecchini, Sincrasie
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Abraham Sidney, Onirica - Albero Zecchini, Sincrasie
Comunicato
"ONIRICA"
Attraverso una serie di opere di grande formato, oli e tecniche miste su tela, Abraham Sidney ci conduce in un viaggio visivo ed emotivo tra immaginazione e realtà.
Nato a Modena nel 1990 si forma presso l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e l'Accademia di Belle Arti di Firenze. L’artista plasma il suo lavoro intorno al concetto che "il caso non esiste", sostenendo che tutto sia interconnesso, così come lo è l'arte con la vita stessa. Nelle sue opere assistiamo ad una fusione di visioni filtrate del reale: fantasia e sogni abitano le superfici pittoriche attraverso texture complesse e sfocature che tendono a stimolare l'immaginazione dello spettatore.
La presenza ricorrente delle palme e le particolari tonalità cromatiche sono un omaggio alle sue radici multiculturali e alla sua personale esperienza di vita.
Il fil rouge che lega questo nuovo ciclo pittorico è la relazione dell'uomo con la natura in contrapposizione a temi di attualità come guerre, consumismo e inquinamento, temi che ritornano ciclicamente e che avviliscono il nostro pianeta e le nostre coscienze.
Abraham, attraverso l'utilizzo di colori cangianti, sovrapposizioni di forme e soggetti propone varie interpretazioni di questi temi, rendendoli tangibili agli occhi dello spettatore.
"ONIRICA" invita il pubblico ad esplorare il confine labile tra ciò che è definito e ciò che è astratto, e l’artista sostiene che c'è un urgente bisogno di riscoprire l’importanza del sogno e dell’immaginazione, una capacità che spesso viene a mancare nella frenesia della vita quotidiana.
Il sogno, così come l’immaginazione non hanno spazio ne confini, possono condurci ad osservare, accarezzare, riscoprire, desideri assopiti e le pluralità dei pensieri affogati nella quotidianità, nei doveri e nella rassegnazione delle dinamiche imposte dalla società.
Onirica ci ricorda che possiamo essere ancora liberi.
Ersilia Sarrecchia
“Gli alberi parlano albero
I fanciulli parlano fanciullo.
Quando un piccolo d’uomo e di donna
gli rivolge la parola,
l’albero risponde”
(Jacques Prévert)
Una festa per celebrare la vita”, così Alberto Zecchini sintetizza il senso delle sue ultime opere,
nelle quali figure umane e piante si fondono in una danza che vuole rammentarci il nostro essere
tutt’uno con ciò che ci circonda. Rimane presente, nella pittura di Zecchini, l’esperienza
straordinaria del colore, che nella presenza del giallo, non usuale per questo artista, trova nuove
esperienze di luce. Una luce che è nutrimento, così come il sole, assorbito dalle foglie, diviene
energia e nuovo respiro per tutte le creature. Nella sua nuova produzione, Alberto Zecchini approda
a una dimensione ancestrale e per questo universalmente riconosciuta, che conduce fuori dagli
schemi usuali del tempo e della fisicità. I temi ecologici oggi sono entrati nella coscienza collettiva,
ma prima di divenire priorità condivise, hanno pervaso l’istinto dei poeti e degli artisti, la cui
sensibilità è capace di precorrere i tempi. La chiave di lettura proposta da Zecchini è semplice e al
contempo per nulla scontata: “Noi e la terra siamo una cosa sola, afferma l’artista, e occorre
rimarcarne la consapevolezza per non perdere coscienza di questo dialogo, di questa pluralità, che è
una realtà unica ed è vita.
Cristina Boschini
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